L’ex ministro delle Comunicazioni e deputato del Pd Paolo Gentiloni ha proposto al governo, durante il “question time” del 1 giugno nell’Aula di Montecitorio, di destinare le frequenze della TV analogica a Internet, dopo che saranno rese libere in seguito al passaggio completo al digitale. La vendita delle stesse potrebbe inoltre aiutare in modo consistente le casse dello Stato.
Al momento l’Italia è tra i paesi dell’Unione Europea che non ha ancora deciso cosa fare concretamente con le frequenze che si libereranno, a differenza di molti altri paesi. L’aspetto economico è molto appetibile. La Germania è riuscita ad ottenere 4,4 miliardi di euro in seguito ad una gara per l’assegnazione delle frequenze liberate con il passaggio alla TV digitale ora destinate alla telefonia mobile.
Nel nostro paese il rischio è che queste frequenza liberate rimangano in concessione ai vecchi editori che in precedenza le usavano per le trasmissioni televisive decretando un mancato introito per l’erario e un ipotetico rallentamento della crescita tecnologica delle reti mobili e della nuova rete 4G. Il completo switch off (passaggio definitivo al digitale) avverrà entro il 2012, ma secondo l’associazione Dgtvi che raccoglie le più importanti emittenti televisive, è probabile che si realizzi già nel 2011.
Ci auguriamo che presto vengano prese le corrette misure per non assistere ad un inutile spreco di risorse pubbliche. Un provvedimento in tempi brevi garantirà che le frequenze vengano poste all’asta e reimpiegate così nel modo più appropriato. Con buona probabilità, così come in Germania, l’interesse delle compagnie telefoniche è molto elevato e altrettanto elevato è il valore di mercato di questo bene invisibile ma prezioso ma lo sviluppo delle comunicazioni.