«Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, presieduto da Corrado Calabrò, relatori i Commissari Stefano Mannoni e Michele Lauria, ha approvato oggi all’unanimità il Piano nazionale di assegnazione delle frequenze televisive (PNAF) per il digitale terrestre». Si tratta di una approvazione cruciale poichè configura il primo passo ufficiale nella liberazione dello spazio su frequenze che, in futuro, potranno trovare applicazione nello sviluppo della banda larga mobile di quarta generazione.
«Il Piano si conforma ai principi di uso pluralistico ed efficiente delle frequenze su tutto il territorio previsti dalle norme legislative vigenti e dagli indirizzi comunitari, fornendo i criteri tecnici e metodologici per la pianificazione, nazionale e locale. L’utilizzazione della tecnica SFN (reti a singola frequenza), che vede l’Italia all’avanguardia in Europa, permetterà di soddisfare tulle le diverse esigenze: razionalizzazione delle reti esistenti, nazionali e locali; nuove frequenze destinate alla gara per gli operatori TV; frequenze per i servizi innovativi». In quest’ultimo passaggio v’è lo snodo fondamentale: parte delle frequenze è espressamente accantonata, tolta alla tv e consegnata alla rete internet: un passaggio di consegne tanto cruciale quanto simbolico.
Il comunicato dell’AGCOM spiega che «Il Piano pone particolare attenzione alla futura utilizzazione delle frequenze che, secondo gli indirizzi comunitari, sono destinate a servizi di telecomunicazioni (dividendo digitale esterno) per servizi innovativi quali la banda larga mobile di quarta generazione. È infatti previsto, sin da ora, di mettere a disposizione di tali servizi le risorse inutilizzate (le cosiddette “white spaces”)».
«L’azione di riorganizzazione dello spettro frequenziale dovrà essere condotta in cooperazione con il ministero dello Sviluppo Economico che ha competenza sulle modifiche del Piano nazionale di ripartizione delle frequenze». Va però ricordato come il Ministero sia al momento ancora senza ministro: dopo le dimissioni di Claudio Scajola la reggenza è rimasta ad interim al Presidente del Consiglio e la situazione attualmente non è ancora stata sbloccata. Le frequenze rischiano pertanto di arenarsi temporaneamente in questo scoglio politico, in attesa che venga nominato un ministro che, in tema di banda larga (tanto terrestre quanto mobile), avrà non poche questioni da dirimere.