Chi ricorda i primi passi di Google, probabilmente sente nell’aria la stessa atmosfera. Ricalcarne le orme non sarà però semplice, perchè oggi Google è il più grande fenomeno mai sperimentato sulla rete e di fenomeni normalmente ne nascono uno per generazione. Facebook, tuttavia, sembra essere sulla strada giusta e, quando ancora le voci relative ad una possibile quotazione in borsa vengono puntualmente smentite, i bilanci hanno iniziato a portare buone notizie agli investitori che si sono fidati dell’idea e dei progetti di Mark Zuckerberg.
Le previsioni andavano già da tempo parzialmente in questa direzione: il 2009 di Facebook avrebbe dovuto chiudersi in attivo, riuscendo così a finanziare gli investimenti per cercare di chiudere l’annata con numeri positivi. Mark Zuckerberg lo disse in tempi non sospetti, ma presto le analisi sono andate oltre indicando un possibile introito lordo da 500 milioni di dollari o spingendo l’ipotesi fino ad un massimo di 700 milioni. A conti fatti, però, la realtà sembra essere andata ancor oltre ed il 2009 di Facebook si sarebbe chiuso con un attivo di ben 800 milioni di dollari.
Il gruppo non ha ufficializzato alcuna cifra, ma la quantificazione giunge da fonti vicine al gruppo e sembra raccogliere pieno credito. Facebook, insomma, a soli 6 anni dalla nascita raccoglie una community da 500 milioni di utenti i quali rendono quasi 1 miliardo di dollari annui (la cifra si era fermata a circa 300 milioni nel 2008) con un introito netto stimato in «decine di milioni di dollari». Una crescita di enorme portata, quindi, vissuta sul filo del rischio e della violazione della privacy (concetto più volte forzato e plasmato, fino ad una nuova formulazione che sembra momentaneamente soddisfare quanti temono l’eccessivo quantitativo di informazioni concentrato nelle fragili mani di una sola azienda privata).
A festeggiare i dati emergenti ci sono nomi quali la russa Digital Sky Technologies, Microsoft (in possesso del 10% dell’azienda), oltre a venture capital quali Accel Partners, Greylock Partners e Meritech Capital Partners. L’ipotesi ora in auge è quella della quotazione pubblica, un passaggio che Google ha affrontato a suo tempo con successo per diventare quel che oggi l’azienda è a livello internazionale. Facebook nega con forza, ma non potrebbe essere altrimenti. La quotazione è però un passaggio che sembra scritto nel futuro dell’azienda.
La sensazione è quella per cui Facebook sia addirittura cresciuto più rapidamente del previsto: i social network sono il grande fenomeno del momento e la pervasività di Facebook, in particolare, ha saputo scrivere una nuova importante pagina nella storia del Web. Una pagina, peraltro, scritta fin d’ora con caratteri d’oro.