Tutti i finlandesi d’ora in poi avranno tra i propri diritti garantiti dallo stato anche un megabit per secondo di banda. Il paese nordico, quindi, introduce il limite minimo di 1Mbps come soglia di accesso alla rete, il che significa imporre una regola precisa che regola le comunicazioni e lo sviluppo della rete. Trattasi di un passo annunciato a fine 2009 e che vede compimento a partire da oggi, 1 Luglio.
Parlare di banda larga come diritto acquisito è ancora improprio, poiché 1Mbps non significa ancora letteralmente banda larga. Ciò nonostante, è un passo avanti di enorme portata perchè, anzitutto, configura il primo passo in un percorso che la Finlandia ha già delineato anzitempo: entro il 2015 tutti i cittadini dovranno godere di una banda da 100 Mbps. Il primo passo viene inoltre compiuto non dai carrier, ma dallo stato: sono le istituzioni, insomma, a chiedere al mercato un servizio universale che preveda il traffico dati oltre una certa soglia. Dal punto di vista simbolico è una manovra che, per agli occhi esterrefatti degli italiani, può apparire qualcosa di lontano, una chimera impossibile.
Oggi in Finlandia il 96% degli utenti gode già di 1Mbps di banda e dunque quel che lo Stato ha sancito altro non è se non la fotografia di una situazione ormai assodata (una volta connesse le ultime 4 mila abitazioni ancora tagliate fuori, insomma, l’obiettivo sarà già raggiunto e ci si sposterà al prossimo). Ma è una fotografia che sancisce esclusivamente un punto di partenza: Suvi Linden, ministro per le comunicazioni finlandese, ha spiegato alla BBC che Internet si è ormai ritagliata un ruolo nella vita quotidiana di tutti i cittadini e quindi l’estensione del servizio universale altro non è se non la risposta ad un dato di fatto e ad una domanda che guarda al futuro. La Finlandia, così come l’intera penisola scandinava, gode di altissime percentuali di penetrazione della banda tra la cittadinanza (30,7% secondo i dati diffusi dalla Commissione Europea lo scorso Novembre): trattasi di un forte motore culturale, quindi, in grado di offrire allo Stato grandi opportunità.
Le istituzioni hanno così deciso di guidare l’evoluzione del mercato per omologarne le regole e pilotare tale pulsione per farne un traino per la crescita economica e lo sviluppo sociale. Quel che l’Italia vede come una chimera, continuando a combattere guerre di mercato su tra fibra ottica e rete in rame, altrove è già realtà. In Italia, va ricordato, il Servizio Universale impone a Telecom Italia soltanto l’allacciamento telefonico: bassi obiettivi, legati a vecchi concordati di un mondo nel quale la rete Internet non esisteva ancora.