Facebook non è certo stato il primo grande social network sulla piazza, ma nel tempo ha saputo essere in assoluto il migliore, il più grande, il più seguito, il più vissuto. In questo percorso il gruppo di Zuckerberg è dunque arrivato in ritardo, ma ora grazie alla forza dei numeri può imporre la propria legge acquistando ed innovando. I rapporti con Friendster, tra i primi grandi nomi nel comparto, hanno trovato in queste ore una risoluzione: Friendster ha venduto a Facebook il proprio portfolio brevetti e così facendo Zuckerberg ha ora le spalle coperte per poter imporre il proprio schema sociale alla Rete.
Il valore della transazione è stato stimato in circa 40 milioni di dollari spalmati su pagamenti in varie formule. La cifra sembra mettere tutti d’accordo: Friendster trova una via d’uscita importante in una strada divenuta progressivamente un vicolo cieco; MOL riesce a rientrare dell’investimento di 39,5 milioni di dollari con cui ha acquistato Friendster soltanto un anno fa; Facebook ha la possibilità di consolidare la propria leadership mettendo al sicuro il proprio sistema grazie ai nuovi brevetti in cassa.
In tutto trattasi di 18 brevetti che vanno a coprire il sistema che regola le amicizie online, la composizione di uno schema sociale basato sui contatti ed altri aspetti tutti concentrati sul modo in cui una aggregazione di individui è in grado di combinarsi creando un ordine intrinseco costruito su legami ed entità. L’USPTO ha immediatamente confermato il passaggio di consegne, peraltro datando il trasferimento al 7 Giugno scorso.
Torna in mente, col senno del poi, quando nel lontano 2003 anche Google voleva far proprio Friendster (ai tempi descritto come un “sito di dating”), intuendo probabilmente ciò che sarebbe potuto accadere in seguito. Ai tempi Friendster era quotato 53 milioni di dollari, cifra che veniva però pesantemente criticata per il modo in cui richiamava allo scoppio della bolla delle dotcom. A distanza di 7 anni Friendster ha confermato il proprio valore in un momento di difficoltà ed ha venduto i propri brevetti a Facebook, cioè il gruppo che Google sta ora tentando di sfidare a duello giocando sul terreno nemico. Su Friendster la legge del contrappasso ha espresso il proprio giudizio severo e Facebook ne è uscito vincitore.