Lo chiamano Google bombing e qualche giorno fa ha fatto una vittima illustre: niente meno che il Presidente della Francia, Nicolas Sarkozy. Cliccando la poco gentile espressione “trou du cul”, il primo risultato era la pagina Facebook del capo di Stato transalpino.
La tecnica del bombardamento consiste nello sfruttare le caratteristiche del PageRank del motore di ricerca. Google premia una pagina web a seconda del numero di link che altre pagine rivolgono verso questa. In altri termini, la popolarità diventa un numero e influisce sull’algoritmo.
Senza quindi infrangere alcuna legge tante persone, evidentemente su suggerimento di qualche ideatore, hanno collaborato per questo risultato inserendo nelle proprie pagine le parole da usare come chiave di ricerca sotto forma di collegamento al profilo social dell’inquilino dell’Eliseo.
Da un bel po’ di tempo il Google bombing non interessava personalità di spicco. Recente e clamoroso il caso contro il Vaticano nel periodo dello scandalo pedofilia.
Da antologia l’attacco subito da George Bush, quando inserendo “misarable failure” come primo risultato Google veniva data la biografia dell’allora presidente USA.
Da anni Google sta lavorando alla ottimizzazione del motore in modo da evitare il risultato automatico di questi scherzi telematici, anche perché Mountain View li considera delle frodi rispetto allo scopo aziendale. In un comunicato Google ha ribadito che:
Non sosteniamo questa pratica e non sosteniamo alcuna pratica che possa alterare l’integrità dei nostri risultati di ricerca, ma, comunque, tale tecnica non destabilizza la qualità generale del nostro motore di ricerca né l’imparzialità del nostro lavoro, che come sempre, è al centro della nostra azione