Il PiratPartier non ce l’ha fatta. Il piccolo partito che aveva creato scompiglio durante le ultime elezioni non ha saputo ottenere la conferma da parte dell’elettorato svedese e scompare così dai banchi del Parlamento.
Il movimento che ha tratto origine dalle idee e dall’entusiasmo di Rick Falkvinge aveva sconquassato il quadro politico svedese quando ha saputo conquistarsi i propri seggi in Parlamento prima ed al Parlamento Europeo poi. La battaglia del partito era in favore di un rapporto differente con le nuove tecnologie, utilizzando il concetto della pirateria come motto di ribellione da normative ritenute ingiuste e vetuste (la sfida al copyright è stato il vessillo primo del partito). Il PiratPartiet aveva appoggiato espressamente la Pirate Bay e nel tempo si è trovato ad affiancare in modo quasi naturale la rivoluzione Wikileaks. Ma tutto ciò non è valso a conquistare un elettorato svedese chiaramente disorientato e pronto nuovamente al cambiamento pur di cercare una nuova via.
Fuori i pirati, dunque. Ma il cambiamento non può che spaventare. Le elezioni, infatti, hanno permesso ad un altro piccolo partito di occupare 20 seggi nella nuova formazione parlamentare: i Democratici di Svezia (SD), partito di ispirazione xenofoba, hanno ottenuto il 5,7% dei voti ed ora minacciano di diventare la spina nel fianco del nuovo premier Fredrik Reinfeldt.
Rick Falkvinge ha confessato a TorrentFreak la propria amarezza per il risultato conseguito: il PiratPartiet è passato dal 7% dei voti all’1%, sperperando così in poco tempo l’enorme successo ottenuto in occasione della precedente tornata elettorale. Falkvinge non sembra saper offrire una vera spiegazione alla debacle, ma spiega che il movimento non si fermerà anche se il vento non soffia più sulle vele dei pirati:
Ogni generazione deve riconquistare la democrazia. Nessuno aveva detto che sarebbe stata una battaglia semplice