Direttamente dalla TechCrunch Tv ecco il video con cui Michael Arrington intervista Tim Armstrong ed i due spiegano così come i due gruppi hanno iniziato ad avvicinarsi fino alla firma conclusiva testimoniata in diretta alla platea del TechCrunch Disrupt di San Francisco: TechCrunch vende, AOL compra. Una svolta per entrambe le parti.
Un primo avvicinamento un anno fa in occasione del medesimo evento a cui sarebbe poi avvenuta la firma 12 mesi più tardi: uno scambio di battute, una prima avance. Ulteriori contatti sarebbero avvenuti pochi mesi dopo, infine l’accordo. Con questa operazione AOL si porta in casa un nuovo grande nome dell’informazione IT (AOL già possiede la Weblog di Engadget), il che identifica un atto importante per un gruppo che intende rilanciarsi. AOL, infatti, scommette sulla qualità e sulla produzione, lasciando ad altri aggregatori di vario tipo o semplici rimandi. AOL scommette su un giornalismo vicino al tema, un modo di fare informazione capace ogni giorno di sporcarsi le mani.
Arrington spiega come negli ultimi tempi la difficoltà fosse quella di trovare tecnici da affiancare agli editori, ma il passaggio ad AOL consentirà di amalgamare meglio la squadra completando le parti mancanti. Per questo il fondatore di TechCrunch vede l’accordo come la quadratura del cerchio, il tassello ideale che arriva al momento opportuno.
Soprattutto, Michael Arrington vede un assegno da poco meno di 30 milioni di dollari (la cifra non è però ufficiale) ad attestare il successo ottenuto dal blog negli ultimi anni, il suo peculiare posizionamento ed il successo misurabile in una media di quasi 4 milioni di utenti mensili (dati indicati dal New York Times).
Michael Arrington in questo passaggio di consegne spiega inoltre come l’accordo con AOL (avvenuto peraltro dopo un precedente interessamento anche da parte di Yahoo) preveda piena libertà nei contenuti: anche una critica contro AOL sarà ben accettata e non sarà posto alcun limite alla produzione editoriale. Arrington vede in questo aspetto un fattore fondamentale poiché TechCrunch può essere quel che è diventato proprio grazie al timbro netto dei propri giudizi, ad un giudizio sempre schierato ed ai continui “scoop” con i quali seziona il comparto anticipandone le tendenze. AOL non si presenta come un limite, ma offre piuttosto una occasione: affare fatto, cessione completata.
Nello stesso giorno in cui AOL porta a casa anche la proprietà di Thing Labs e Brizzly, è dal numero uno di TechCrunch che giunge la benedizione per la scelta strategica effettuata:
Potranno avere successo o potranno fallire, ma almeno stanno correndo tutti nella stessa direzione. Nessuno in AOL si lamenta perchè non sa cosa il gruppo stia cercando di fare