Microsoft passa all’attacco. Quando ormai mancano pochi giorni all’arrivo di Windows Phone 7, Microsoft non muove soltanto le armi del marketing, ma anche l’esercito legale del gruppo. Nel mirino c’è Android, ma tutto ciò passa tramite una denuncia a Motorola incentrata su di una violazione di brevetti registrati dall’azienda di Redmond.
«Microsoft ha depositato oggi alla International Trade Commission e nella corte distrettuale di Washington una denuncia contro Motorola per aver violato 9 brevetti con gli smartphone basati su Android. I brevetti sono relativi ad una varietà di funzionalità dei device Motorola essenziali per l’esperienza utente sugli smartphone, incluse la sincronizzazione di email, calendari e contatti, programmazione degli incontri e le notifiche relative a forza del segnale e carica della batteria». L’accusa porta la firma di Horacio Gutierrez, colui il quale gestisce le politiche Microsoft relative alle proprietà intellettuali del gruppo.
E prosegue ancora Gutierrez per contestualizzare l’iniziativa: «Abbiamo la responsabilità nei confronti dei nostri utenti, partner e azionisti affinché siano salvaguardati i miliardi di dollari che investiamo ogni anno nel portare prodotti software e servici innovativi sul mercato. Motorola deve smetterla di violare le nostre invenzioni brevettate con i suoi smartphone Android».
La denuncia va a posizionarsi su di una scacchiera già colma di pedine. C’è la querelle tra Nokia ed Apple, con denunce e controdenunce, c’è l’accordo tra Microsoft ed HTC che già prefigurava l’attuale mossa anti-Motorola, c’è una situazione di forte e repentina innovazione nella quale il controllo dei brevetti potrebbe cambiare la situazione. Il tentativo Microsoft è chiaro: creare un corto circuito tra Google ed i suoi partner, instillare il dubbio per cui l’ecosistema Android possa essere macchiato da un vizio di fondo. La spada di Damocle dei brevetti viene così agitata contro i partner, ma l’obiettivo vero è chiaramente altrove. Le sirene di Windows Phone 7, nel frattempo, cantano in lontananza per chiamare a sé le attenzioni: il lancio si avvicina, la guerra sta per entrare nel vivo.