Gli indirizzi IPv4 stanno finendo, stavolta definitivamente. Nonostante le voci sulla possibile fine degli indirizzi IPv4 siano state contrastanti in passato, questa volta il Number Resource Organization ha aggiornato le stime, dichiarando che ne rimangono circa il 5% a disposizione. Una situazione critica, che imporrebbe il passaggio immediato ad IPv6, prima che, nel corso del 2011, gli indirizzi a disposizione finiscano.
Sempre secondo l’NRO, gli ultimi blocchi di indirizzi IPv4 potrebbero esaurirsi in pochi mesi. E’ da alcuni anni che si discute di questa preoccupante situazione ed ora più che mai il problema si è fatto serio. Diverse aziende, tra cui Google, Facebook e Comcast, hanno pianificato il passaggio a IPv6, così come anche l’amministrazione Obama, che negli Stati Uniti sta sostenendo questo passaggio fondamentale per la sopravvivenza della rete.
Le stime che indicavano il 2012 come possibile traguardo per la fine degli indirizzi, quindi, dovrebbero essere aggiornate al 2011, come già previsto alcuni anni fa da Vint Cerf, padre insieme a Robert Kahn del protocollo TCP/IP. Come affermato da Axel Pawlik, presidente di NRO: «Questa è una pietra miliare per la vita di Internet, e significa che l’assegnazione degli ultimi blocchi di indirizzi IPv4 è imminente. E’ fondamentale che tutti i soggetti interessati ad Internet garantiscano la tempestiva adozione di IPv6».
In un tempo in cui Internet era agli albori, l’IPv4 appariva come una risorsa inesauribile, cosa che invece non è successa, dato che la crescita dei dispositivi collegati alla rete ed il crescente sovrappopolamento di siti e blog ha reso necessario lo sviluppo di un protocollo che passasse dagli iniziali 32 bit ai prossimi 128 bit.
Nonostante la disponibilità di 2 alla 128 indirizzi (circa 3,4 × 10 alla 38) (fonte Wikipedia), equivalenti a 340.282.366.920.938.463.463.374.607.431.768.211.456 indirizzi, non esiste compatibilità tra i due sistemi e per questo motivo l’adozione è ancor oggi, in piena emergenza, così lenta. Il passaggio è però ormai ineludibile e dovrà essere rapido per evitare quantomeno il trauma derivante dalla sospensione in toto delle disponibilità.