«Crediamo che la maggior parte degli utenti sia stanca di sentirsi dire da Apple cosa deve pensare». Parole di fuoco che Jim Balsillie, co-CEO Research in Motion, scaglia contro Apple nella persona del suo CEO, Steve Jobs. Parole di fuoco che giungono in un momento cruciale ed in risposta ad un insolito attacco, con argomentazioni tutte volte ad evidenziare quanto distorta sia la realtà dipinta da Jobs.
Il fatto che Steve Jobs si fosse presentato alla conferenza di presentazione dei dati trimestrali era chiaro segno di tensione: c’era una sfida nell’aria e Jobs intendeva prendere di petto la situazione. Ma lo scherno rivolto a RIM non è rimasto privo di risposta. Balsillie inizia con lo smentire il punto di vista Apple relativo ai tablet da 7 pollici (quale l’annunciato Blackberry Playbook) e ad Adobe Flash: «per quelli che vivono al di fuori del campo di visione distorto della Apple, noi sappiamo che i tablet da 7 pollici ad oggi sono una grossa parte del mercato e sappiamo che il supporto ad Adobe Flash è qualcosa che gli utenti desiderano realmente per la propria esperienza Web».
Ma non solo: se Steve Jobs ha voluto sfidare con i numeri RIM, la risposta RIM giunge proprio smontando il modo in cui i numeri sono stati combinati, così da ripristinare la realtà. Jobs, infatti, avrebbe confrontato i dati Apple di settembre con i dati RIM di agosto ed è risaputo il fatto che «la domanda in settembre è solitamente più forte rispetto ai mesi estivi». RIM, anzi, avrebbe avuto un nuovo trimestre di crescita per i propri Blackberry e non saranno quindi i numeri di Jobs a cancellare la realtà dei fatti. Secondo Balsillie, insomma, Jobs crea un’immagine artificiale del mercato per coprire le realtà più scomode relative alle proprie vendite: un’immagine a proprio uso con cui confondere gli utenti, schiacciare la concorrenza ed ingannare il mercato.
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I giochi di prestigio con i numeri, insomma, non piacciono e RIM vuole svelare il trucco di Jobs per smascherarne i punti deboli. E dopo un messaggio di fuoco, la chiusura non poteva che essere a tono: «Come al solito, quando si parla di antenne, Flash o distribuzione, c’è di più da raccontare e prima o poi anche le persone con una visione distorta inizieranno a risentirsi per aver sentito una mezza storia».
Photo credit: Marco Pakoeningrat