In principio fu l’operazione Payback: i siti della RIAA e dell’MPAA furono affossati sotto i colpi di un Distribuited Denial of Service organizzato tramite 4Chan e la distribuzione di un tool utile allo scopo. Ora l’attacco anonimo contro le istituzioni di difesa del copyright si fa sempre più forte, facendo arrivare la propria eco allo United States Copyright Office e preparando ulteriori iniziative, anche scendendo direttamente per le strade.
Dopo RIAA ed MPAA, l’attacco è arrivato a Copyright.gov: il sito è stato affossato per oltre mezzora, per poi tornare online con forti rallentamenti e con ulteriori disservizi che continuano a manifestarsi anche in queste ore. La protesta, del tutto anonima, è difficile da arginare poichè proveniente da un attacco diffuso, poiché non anticipata e soprattutto perchè priva di responsabili identificabili contro i quali scatenare battaglie legali o ostruzionismo tecnico.
L’attacco degli anonimi potrebbe però ora farsi anche più concreto. Ai DDoS online, infatti, saranno affiancate anche vere e proprie proteste in strada organizzate a livello mondiale per far sentire l’eco della community dell’anti-copyright. Il manifesto esplicita chiaramente la battaglia portata avanti:
Internet è in pericolo. I governi di tutto il mondo stanno già attuando le proprie misure anti-P2P, stanno cercando di chiudere le porte della conoscenze e dello scambio di informazioni […]. Ma noi possiamo consentir loro di vincere al primo round. Prima ci hanno rubato il P2P, poi ci hanno rubato Wikileaks, poi inizieranno gradualmente a limitare la libertà di espressione per trasformare l’invenzione più rivoluzionaria dell’ultimo millennio in uno strumento utile ai loro propositi. Ma non possiamo lasciare che vincano. Non vogliamo dar loro il nostro P2P, non vogliamo dar loro la nostra libertà. Internet è nostra, non loro. Ed è questo ciò che dobbiamo ricordar loro… affinchè non dimentichino.
La protesta, la cui complessità non è stata rivelata, è organizzata sul sito Remember5 tramite:
- un manifesto pubblico che unisce le intenzioni del gruppo di protesta
- l’elenco dei luoghi presso cui avverrà la protesta
- materiale da portare sul Web per il necessario passaparola
“Voi la chiamate pirateria, noi la chiamiamo libertà“: l’appuntamento è per il 5 novembre quando Madrid, Barcellona, New York, Amsterdam, Lione, Strasburgo, Londra e molte altre città in tutto il mondo saranno attraversate da “anonime” scorribande di utenti mascherati (nessuna città italiana è compresa nell’elenco). La maschera è infatti il simbolo della protesta di un gruppo che non intende dare un volto alla propria ribellione, cercando così di sottrarre dal “sistema” l’arma che il “sistema” stesso richiede: l’identità, la riconoscibilità, la possibilità di puntare il dito.
Dai DDoS alla protesta per strada, l’attacco degli anonimi prende forma e non è chiaro quale impatto vorrà avere e se ulteriori DDoS saranno scatenati contro ulteriori enti di difesa del copyright. Quel che si sa è che tutto è pronto e che l’ora X sta per scattare.
“Hadopi vs Anonymous“: 5 novembre. Domani.