Quella chiocciolina comparsa improvvisamente ieri su Facebook (ma ancora da attivare presso gli utenti) è un elemento che impareremo a conoscere soltanto in divenire. Quella chiocciolina però, questo è certo, è una scommessa di altissimo livello per il social network. Quella chiocciolina permetterà a Facebook, ed a Mark Zuckerberg, di diventare grandi. Dietro quella chiocciolina c’è tutto fuorchè una semplice email: i resoconti superficiali di chi in queste ore ricorda a tutti che sta per nascere la casella di posta @facebook.com non hanno grattato sotto l’apparenza di un progetto che va ben oltre.
L’annuncio è stato particolare di per sé: ben lontano dalla perfezione stilistica di Apple (del resto l’informalità e la rapidità sono due cardini su cui Facebook intende forgiare la comunicazione del futuro), dai colori di Google e dalla pomposa formalità di Microsoft, Facebook si è presentato con una diretta internazionale in grado di ospitare nei momenti di picco fino a 40000 utenti in contemporanea. Zuckerberg e soci in manica corta d’ordinanza, location tra i clacson delle strade vicine, giornalisti disposti come ad una sagra paesana. Poi inizia lo speech introduttivo e la voce profonda del giovane Zuckerberg snocciola la nuova mission a cui il nuovo progetto va incontro.
Si, ci sarà una webmail, ma questo è soltanto lo specchietto per le allodole: un anti-Gmail per chi vuol pensarla così, ma in realtà molto di più. Dietro quella chiocciolina, infatti, v’è l’ambizione di fagocitare l’intera comunicazione sociale delle persone, portando la stessa in un contenitore univoco. Facebook diventa pertanto l’entità che certifica l’identità degli utenti, li posiziona nella società digitale e consente loro di gestire (tramite Facebook) il proprio modo di comunicare con l’esterno. Così facendo, inoltre, Facebook si assume l’onere di gestire con i propri strumenti la privacy degli utenti (mezzo miliardo di persone in tutto il mondo…): questi ultimi, grazie al salvacondotto del social network, hanno a disposizione opzioni multiple con le quali stabilire se i singoli messaggi, le email, gli SMS o cos’altro possano essere veicolati verso e da amici, amici degli amici o persone terze. Facebook respinge da sé l’idea di minaccia della privacy semplicemente mettendo la stessa nelle mani degli utenti. In modo sempre più vasto e radicale.
Tutto gira apparentemente attorno all’utente: l’utente si sceglie gli amici, l’utente sceglie come leggere i messaggi che da essi riceve. Facebook non uccide Gmail, ma lo declassa: si pone ad un livello superiore, in apparente sinergia, ma in posizione di controllo.
Quella chiocciolina comparsa su Facebook rappresenta un valore che Facebook intende ancora esprimere, un qualcosa che porrebbe Facebook come nuovo centro gravitazionale del sistema comunicativo personale. L’utente è sì al centro di tutto, ma lo è solo nei panni di utente del social network. Al centro di tutto, insomma, v’è in realtà il social network stesso, a cui l’utente delega la propria identità, le proprie amicizie e le proprie comunicazioni.
Se il progetto andrà in porto, e Zuckerberg non ha negato che possa essere una enorme sfida, il valore e l’importanza di Facebook salirà ad una nuova dimensione. A quel punto sì, la quotazione in borsa potrà avvenire. Con nuove basi e maggior valore. Ma prima bisogna accendere quella chiocciolina.