La Web TV è sicuramente un fenomeno in piena espansione. Tuttavia per l’AGCOM la Web TV va regolamentata essendo comunque un media a tutti gli effetti. Regole dunque, ma che tipo di regole? Qui sorge il problema perché la prima bozza di regolamentazione per le Web TV e le Web radio comportava paletti così elevati da “uccidere” alla nascita il fenomeno della Web TV italiana.
Tanto è vero che l’AGCOM ha rinviato a fine novembre la data di discussione del testo del regolamento finale. Ma quali sono le regole che hanno fatto gridare allo scandalo?
Per capire il problema dobbiamo tornare al famoso e tanto contestato Decreto Romani che regolamenta i media su Internet. Secondo il Decreto, le Web TV per trasmettere dovranno non solo chiedere un’autorizzazione ma dovranno pagare un balzello di 1500? (750? per le Web radio). Escluse al momento solo le realtà più piccole, quelle cioè che trasmettono per poche ore al giorno.
Inoltre tutte le Web TV dovranno sottostare all’obbligo di rettifica, alla tutela dei minori, insomma a tutti i limiti di una TV tradizionale e molto altro.
Inutile dire che queste regole non solo azzopperebbero il fenomeno nascente della Web TV, ma anche condannerebbero a morte quelle piccole realtà che già oggi operano in Italia.
Ci sono infatti molte piccole Web TV che lavorano da tempo, ma che non avrebbero sicuramente i mezzi e i fondi per ottemperare al regolamento dell’AGCOM se dovessere venire approvato così.
La battaglia sulle regole arriverà anche in Parlamento e si preannuncia davvero infuocata. Speriamo che il buonsenso prevalga…