Il progetto Apple per lo sviluppo di una SIM rivoluzionaria che avrebbe sovvertito i rapporti di forza tra il gruppo ed i carrier potrebbe tornare nel cassetto. Secondo quanto appreso dal Sunday Telegraph, infatti, l’idea rivoluzionaria di Steve Jobs avrebbe costituito una forzatura eccessiva per il mercato ed Apple non sarebbe attualmente in grado di sostenerne i costi che inevitabilmente la cosa avrebbe comportato per il gruppo.
Secondo alcuni rumor delle settimane scorse, infatti, Apple sarebbe stata impegnata in un progetto con il quale intendeva creare una SIM programmabile da integrare direttamente all’interno dei propri device di punta. I primi nomi ipotizzati erano l’iPad 2 e l’iPhone 5, il primo dei quali previsto già per i primi mesi del 2011. L’idea era quella di integrare la SIM nel device così da rendere i carrier dipendenti dall’App Store di Cupertino per proporre agli utenti le proprie soluzioni. Così facendo non è il carrier ad agire con il coltello dalla parte del manico, ma il produttore: i carrier avrebbero dovuto lottare uno affianco all’altro sull’App Store a colpi di ribassi e di visibilità.
Alla luce dei pericoli configurati dall’idea di Steve Jobs, però, i carrier sembrano essere riusciti a far fronte comune imponendo la propria posizione all’insegna di una improvvisata unità. La voce contraria si sarebbe sollevata soprattutto dall’Unione Europea, ove i maggiori carrier hanno urlato ad Apple la propria opposizione consigliando al gruppo di Jobs un rapido passo indietro.
Se i carrier fossero giunti alla rottura con Apple, infatti, per la concorrenza Apple si sarebbero aperte vere e proprie autostrade ed il fiorire dei device Android e Windows Phone 7 avrebbero consegnato ai carrier una leva contrattuale di enorme portata. La fonte anonima che ha riferito della vicenda al Telegraph, addirittura, parla espressamente di “coda tra le gambe” indicando i timori Apple rispetto all’industria dei carrier: la corda rischiava di spezzarsi, Cupertino ha così dovuto mollare la presa in tempo.
Il passo indietro Apple è dunque saggio a prescindere, anche se la storia lascia comunque dietro di sé un segno forte e significativo di ciò che potrebbe accadere in futuro in virtù degli attriti che vengono oggi a galla. Apple, infatti, sembra voler costruire un ecosistema forte attorno alla propria offerta arricchendo i tablet di contenuti e consegnando all’utenza contratti vantaggiosi: un rapporto più diretto con la clientela per avere un controllo più saldo sul mercato. La forzatura suggerita potrebbe essere dunque stata soltanto un assaggio per una guerra destinata comunque a scoppiare più avanti nel tempo. Quando? Secondo Milano Finanza già nel 2012:
La casa di Cupertino starebbe lavorando con la francese Gemalto, specialista nelle carte Sim, al fine di scegliere i componenti per una carta integrata col telefonino che permetta di cambiare operatore senza cambiare Sim, ma la Gemalto lavorando su questa carta si metterebbe a sua volta in contrasto con gli operatori di telefonia mobile che rappresentano il 50% del suo fatturato
Se il carrier diventerà un giorno una semplice opzione all’interno di un vasto App Store, peraltro con la possibilità di essere intercambiato con relativa facilità, il mondo della telefonia subirebbe un ribaltone storico rispetto al giorno d’oggi nel quale l’utente deve rivolgersi al carrier potendo osservare in vetrina la forte concorrenza tra i vari produttori di device. Al momento è però tutto rinviato almeno di un altro anno. Almeno fino all’iPhone 5, forse.
Qualsivoglia sia il motivo e qualsivoglia siano state le trattative sottobanco, l’ipotesi va in soffitta. Ma certe voci non nascono per caso, e soprattutto non senza un motivo. La guerra non è ancora cominciata, ma le parti si stanno già organizzando.