Groupon sta per decidere: nelle prossime ore il board del gruppo si incontrerà per discutere sulla scelta più importante che l’azienda si trova ad intraprendere: vendere o proseguire in autonomia il proprio percorso di crescita? Monetizzare l’idea grazie alla generosa offerta di Google oppure scommettere ancora una volta su di essa e rilanciare?
Secondo quanto trapelato, la decisione sarebbe ormai imminente: mercoledì potrebbe essere il giorno decisivo. Google ha scoperto le carte in tavola: l’offerta è pari a 5,3 miliardi di dollari più ulteriori 700 milioni sulla base del conseguimento di taluni obiettivi. Yahoo sarebbe ormai fuori dai giochi e per Groupon le alternative prefigurate sono soltanto due: la prima è l’accettare la generosa offerta, il che significherebbe per Google l’acquisizione più importante mai conseguita, pari e addirittura superiore alla somma delle cifre versate anni addietro per DoubleClick e YouTube; la seconda opzione è quella della quotazione in borsa, così da finanziare con offerta pubblica il proseguimento delle attività.
Groupon nel valutare l’offerta dovrà mettere su un piatto le opportunità enormi che il mercato degli acquisti “social” delinea e dall’altro i rischi che è possibile identificare in buona parte dietro il nome Facebook. Proprio il re dei social network, infatti, ha nelle proprie corde un’offerta di coupon parimenti importanti ed immediatamente concorrenziale, il che rappresenta per Groupon un fattore di rischio fondamentale. Quel che il gruppo stesso vede come una minaccia, per Google potrebbe invece essere l’opportunità per rompere le uova nel paniere al network rivale.
Gli analisti si dividono di fronte alla valutazione dell’offerta di Google. Bolla o non bolla, l’importante operazione è comunque di relativo impatto per le casse di Mountain View (oltre 33 miliardi di dollari sono nel forziere), ma di sicuro rischio per le possibilità di integrazione nel core business del motore di ricerca: la borsa giudicherebbe sulla base dei risultati ed il costo potrebbe essere quindi in seguito pagato a Wall Street se tutto non andasse come previsto.
Ci sono mercati ove la presenza di un grande nome eclissa automaticamente la possibilità dei grandi rivali di emergere: YouTube ha messo in minoranza Vimeo e simili, Google lascia le briciole a Bing, PayPal non è stato scalfito da Google Checkout, eccetera. In questo momento Google può scegliere da che parte stare: se accettare un eventuale ruolo da rincalzo, dimenticare questa opportunità, oppure se comprare la leadership tramite Groupon. La scelta è stata effettuata e l’ammontare dell’offerta è un chiaro segno di fiducia in tal senso.
Il pallino del gioco, però, è nelle mani di Groupon.