Colpito, forse affondato. Wikileaks stavolta è davvero nei guai. Gli hacker americani o cinesi e il gran rifiuto di Amazon avevano già messo in difficoltà il sito dopo i clamori del Cablegate, stavolta però non sono più i server ma addirittura il DNS, cioè il sistema che permette di identificare il nome con un indirizzo. Wikileaks non è più raggiungibile, oscurato.
Lo ha spiegato direttamente il gestore, che respinge ogni accusa di strumentalizzazione politica: si tratta di un problema tecnico dovuto agli attacchi subiti che hanno messo in crisi il sistema. Nonostante sia in grado di gestire qualcosa come 500mila siti Internet, ha dovuto chiudere come da contratto:
La scorsa notte una email di notifica è stata inviata all’indirizzo associato all’account wikileaks.org. Oltre a questa email, gli avvisi sono stati inviati via Twitter e alla chat disponibile. Il downtime del sito wikileaks.org è derivato dalla sua incapacità di utilizzare un altro hosting provider di servizi DNS.
Troppo traffico e colpa di Julian Assange se non si è pensato prima a una soluzione, secondo il gestore. Wikileaks, da par suo, ha già invitato sul suo Twitter a fare donazioni perché possa riaprire al più presto.
Ma i tweet di Wikileaks non si fermano qui. Si nota il più recente, senza collegamenti (come avviene di solito) a fonti esterne, ma un vero e proprio atto di accusa contro Amazon:
Il comunicato stampa di Amazon non si accorda coi fatti pubblici. Una cosa da vigliacchi, un altro che mente.
Il riferimento è alla versione dell’azienda, che ha detto di aver espulso Wikileaks perché non aveva rispettato i termini del contratto. Ovviamente, difficile credere non ci sia stata una pressione da parte dell’amministrazione Obama.
Mentre Wikileaks continua a prendere in giro il Dipartimento di Stato, linkando un brief dove il sito è di nuovo citato, la questione Amazon si fa pesante.
Guardando i retweet del messaggio contro Amazon, sembra che Wikileaks goda ancora di molta stima nella blogosfera, tanto che il tipo di commento che va per la maggiore è quello che chiede al sito di pubblicare qualche leak su Amazon.
Chissà che non succeda veramente.