Dopo un blackout di circa sei ore Wikileaks è tornato online, a un indirizzo svizzero: http://wikileaks.ch/. Ma si tratta di un complicato gioco di reindirizzamenti dietro il quale c’è il sostegno del mitico partito pirata svizzero. Quanto durerà il sito di Julian Assange, colpito da un mandato di cattura internazionale?
Wikileaks, in realtà, è stato disponibile anche prima agli indirizzi IP 88.80.13.160 e 213.251.145.96, nonostante il dominio wikileaks.org fosse stato oscurato dal provider americano EveryDNS.net. In queste ore convulse, dove tutto sembra precipitare, si sono susseguite una serie di notizie e smentite che è praticamente impossibile riassumere qui. Un buona sintesi italiana è quella di Repubblica.it.
In ogni caso, oltre ad Amazon ed EveryDNS, tra i traditori si aggiunge Tablau, la società di software che permetteva di visualizzare e scaricare una serie di dati collegati alle ambasciate. Il motivo? Sempre lo stesso: Wikileaks ha violato i termini d’uso.
Assange nel frattempo ha deciso di rispondere in diretta ai lettori del Guardian, per replicare a chi da tutto il mondo lo accusa di aver creato uno scompiglio potenzialmente dannoso per la pace nel Mondo. Ma l’attesa è tale che i server tengono il traffico a fatica.
Paradossalmente, intanto le diplomazie si stanno affannando a rassicurare che il Cablegate non provocherà nessun guasto alle relazioni internazionali.
Assange è comunque intenzionato a andare avanti, e in un recente tweet invita a sostenere finanziariamente la causa:
Pubblicando un documento all’ora, ci vorranno 28,6 anni per pubblicare tutto il materiale!