Disegno di Legge n.2494, 13 dicembre 2010:
Onorevoli Senatori. Con il presente disegno di legge il Governo intende apprestare ulteriori misure a garanzia della sicurezza dei cittadini, implementando il sistema normativo con strumenti sempre più efficaci e incisivi per il contrasto alla illegalità e alla criminalità organizzata, per corrispondere alla diffusa e crescente richiesta di sicurezza.
Un piccolo passo per l’Italia, un grande passo per gli italiani: con Disegno di Legge proposto in data 13 dicembre (pdf), il WiFi in Italia trova finalmente la via per la liberazione dalle costrizioni della Pisanu, il provvedimento legislativo che all’indomani degli attentati di Londra portò nel nostro paese una serie di limitazioni anti-terrorismo che hanno gravato non poco sulla diffusione del Wifi. Nulla di ufficiale, ancora: il disegno di legge risulta sì essere stato ufficialmente proposto (facendo così seguito alle precedenti promesse del ministro Maroni), ma al tempo stesso non diventerà efficace fintanto che non sarà approvato. Il che, vista l’attuale impasse delle procedure parlamentari, non è del resto cosa ovvia e scontata.
Quella che era una norma sconfessata ormai anche dal suo stesso proponente, aveva visto procrastinati nel tempo gli effetti del controllo statale sulle connessioni soffocando nella burocrazia la libertà di copertura da parte di entità e locali pubblici. Salvo approvazione, sparirebbe l’obbligo della registrazione con tanto di documento, fotocopia e archivio. Il settore entrerebbe in una sorta di limbo temporaneo, in attesa che nuovi provvedimenti portino sul WiFi regole nuove per non lasciare il settore improvvisamente immerso nella deregulation.
Il disegno di legge presenta così il nuovo orizzonte che va delineandosi:
L’articolo 3, al fine di superare le restrizioni al libero accesso alla rete Wi.Fi, abroga l’articolo 7 del decreto-legge 27 luglio 2005, n. 144, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2005, n. 155 (cosiddetto «decreto Pisanu»). La disposizione sottopone – sino al 31 dicembre 2010 – ad autorizzazione di polizia l’apertura di Internet point, servizi pubblici e circoli privati che mettono a disposizione del pubblico apparecchi terminali utilizzabili per le comunicazioni, anche telematiche e richiede l’identificazione, previa acquisizione dei dati anagrafici, dei soggetti che utilizzano postazioni pubbliche non vigilate per comunicazioni telematiche, ovvero punti di accesso a Internet attraverso tecnologia senza fili. Gli appesantimenti burocratici dovuti a fotocopiature e archiviazioni dei documenti degli utenti sono stati indicati come fattori fortemente penalizzanti per lo sviluppo delle nuove tecnologie e degli strumenti del web. È stato, inoltre, evidenziato che in nessun paese occidentale è prevista una normativa tanto rigorosa sull’accesso alle reti Internet, e soprattutto al Wi.Fi. In questi anni c’è stata una straordinaria evoluzione tecnologica che può consentire soluzioni diverse dalle restrizioni del citato «decreto Pisanu» che permettono, comunque, l’attività investigativa. Nel dibattito parlamentare – sono stati presentati sia alla Camera sia al Senato alcuni disegni di legge sulla materia – potranno essere esaminati e approfonditi tutti quegli aspetti necessari al superamento del «decreto Pisanu» nella prospettiva di pervenire ad un giusto equilibrio tra la libertà di comunicazione, lo sviluppo della new economy e idonei standard di sicurezza.
Il Disegno di Legge n.2494 risulta essere controfirmato dai ministri Maroni, Alfano, Romani, Brunetta, Tremonti e Fitto. La liberazione del Wifi è tutta in poche semplici parole:
Art. 3. (Accesso ad internet attraverso tecnologia senza fili)
1. L’articolo 7 del decreto-legge 27 luglio 2005, n. 144, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2005; n. 155, e successive modificazioni, è abrogato.
Non è dato sapere quando il Disegno di Legge giungerà sui banchi del parlamento. Occorre infatti ricordare come la proposta sia datata 13 dicembre, il giorno prima dell’acceso voto di fiducia con il quale il Governo ha visto cadere il proprio margine di maggioranza alla Camera. 24 ore più tardi, insomma, gli equilibri sono cambiati ed ora l’iter per l’approvazione rischia di farsi lungo.
La promessa di Maroni è stata mantenuta: il Disegno di Legge è cosa reale. Ora tocca al Parlamento nella sua complessità: le responsabilità sono scaricate sulle Camere, il che al momento non offre però garanzia alcuna.