La serata di ieri è stata lunga per Skype. Improvvisamente, infatti, nel pomeriggio il network ha iniziato ad avere problemi e migliaia di utenti si sono riversati su Skype per segnalare il loro “Skype down” in attesa di chiarimenti. Presto è stato evidente che il black-out aveva dimensione internazionale. Ora, a distanza di circa 10 ore dal picco massimo del problema, la situazione appare in lento e progressivo miglioramento.
L’intero avvicendarsi dei fatti è disponibile nel resoconto “live” con cui abbiamo seguito la serata. L’utenza di Skype si è riversata in massa su Webnews alla ricerca di informazioni sul blocco ed i pochi utenti rimasti online hanno coadiuvato l’utenza “offline” a capire come si stesse evolvendo la questione. Da Skype poche parole, ma sufficientemente chiare: la caduta del network è stata causata da una improvvisa grave mancanza di “supernodi”, elementi chiave nel particolare network su cui si basa il gruppo fondato da Niklas Zennstrom e Janus Friis.
Nella serata di ieri Skype ha chiesto tempo: un apposito “mega-supernodo” era in preparazione per aggirare la mancanza dei tradizionali supernodi (la cui caduta sarebbe stata causata da problemi di aggiornamento, il che potrebbe essere peraltro confermato anche dai ripetuti crash a cui parte dell’utenza è andata incontro), ma la sua implementazione non consentiva un ripristino immediato dell’operatività.
Nella notte il numero degli utenti connessi è andato progressivamente aumentando. In mattinata risultano online circa 4 milioni di utenti, il che significa un margine ancora vasto di miglioramento (a regime Skype ospita circa 20 milioni di utenti in contemporanea) ed un percorso di recupero ancora non completo.
L’ultimo aggiornamento su Twitter è di pochi minuti fa:
«Vi ringraziamo per la vostra pazienza mentre riportiamo tutti online. Ci scusiamo in modo particolare con coloro i quali stanno ancora aspettando mentre riportiamo tutti online»: il messaggio conferma i lavori in corso ed una situazione ancora precaria del network.
Trattasi di una caduta con pochi precedenti per Skype: il team si trova così a fare i conti con una situazione di emergenza difficilmente prevedibile che da una parte sottolinea l’importanza del servizio (molte le richieste d’aiuto invocate da persone che volevano comunicare con i propri affetti e che senza Skype si son trovate spiazzate) e dall’altra ne rimarca al tempo stesso la latente fragilità. Tutto ciò succede peraltro nel momento in cui il gruppo ambisce a sbarcare a Wall Street e ad una integrazione con Facebook, due passi fondamentali che necessitano però di una maggior solidità strutturale che i “supernodi” hanno in queste ore dimostrato di non poter garantire completamente.