È scattata l’Operation Italy, da ieri alle 15. Il sito del governo italiano ha subito un massiccio attacco Ddos (Distributed denial of service, finte richieste ai server di moltissimi IP con l’obiettivo di mandarli in tilt e quindi bloccare l’accesso) da parte del gruppo di hacker più famoso al mondo: gli Anonymous.
L’attacco era stato anticipato, ora è rivendicato dagli autori sulla loro bacheca con una lettera-manifesto:
“La situazione politica ed economica in Italia è diventata insostenibile.
Il Governo italiano ha tra le sue priorità quelle di censurare il Web, di rendere la giustizia uno strumento iniquo, di favorire la prostituzione (anche minorile), di praticare oscuri rapporti con la mafia, di corrompere e manipolare l’informazione per fini personali.
No, un governo così non sarà mai un governo appoggiato dai cittadini, dagli Anonymous.”
I riferimenti alla cronaca politica di questi giorni ma anche ai più volte criticati progetti di legge su Internet sono molto chiari.
Per il momento questi attacchi, che hanno coinvolto circa 800 persone, hanno rallentato il sito ma non sono riusciti a bloccarlo. Non è neppure chiaro se l’attacco può dirsi concluso o potrebbe tornare a farsi sentire.
In ogni caso, lo scopo non era quello di rubare dati sensibili, si è trattata dunque di un’azione dimostrativa. Come hanno confermato anche quelli del Cnaipic (Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche).
Ma perché l’hanno fatto? E si tratta proprio di Anonymous? In realtà, dietro questo nome si affacciano diversi gruppi, c’è piuttosto un’ideologia comune:
“Noi siamo i protettori umili e innumerevoli della libertà di parola, noi siamo la massa critica.”
Anonymous è diventato famoso per gli attacchi alle società resesi colpevoli di aver abbandonato Wikileaks dopo il Cablegate, e hanno il vezzo di mascherarsi anonimamente (appunto) con le sembianze di Guy Fawke, personaggio di “V per Vendetta“.