Dagli ultimi rumor in circolazione, sembra davvero che questo sia un anno chiave per Apple: con l’arrivo di iPhone 5 (e probabilmente di un iPhone Nano) sembra ci sarà la definitiva consacrazione di MobileMe, il servizio di sincronizzazione e storage online di Cupertino.
Due le principali novità che dovrebbero interessare il servizio: l’iscrizione gratuita e l’integrazione con il servizio di musica in streaming sul quale, stando a diversi indizi, Apple sta lavorando dopo l’acquisizione di Lala.
MobileMe ha un costo annuale di 79€ (esclusa l’applicazione Find my iPhone, da poco diventata gratuita) e offre, fondamentalmente, tutto ciò che Google già prevede gratuitamente sui terminali Android: una casella di posta elettronica, una rubrica indirizzi, un calendario, una gallery per foto, video e siti web ed un disco di rete (con 20 GB di spazio) sincronizzabili con tutti i dispositivi Apple.
Il Wall Street Journal ritiene che il miglioramento di MobileMe sia diventata una questione prioritaria per Apple, almeno quanto il lancio di un iPhone Nano, in modo da poter aggredire nuovi segmenti di mercato sui quali, fino ad ora, non si è potuta affacciare.
Ecco quindi che il servizio dovrebbe diventare gratuito, permettendo agli utenti di sfruttare uno spazio online (è anche a questo che dovrebbe servire il Data Center in Nord Carolina) per memorizzare i propri ricordi, che siano foto, video o musica.
Parlando di musica, potrebbe essere proprio questa la seconda novità introdotta nel servizio: il cloud streaming potrebbe essere in effetti un servizio integrato in MobileMe oltre che nell’applicazione iTunes.
Sappiamo che da almeno un paio di anni a Cupertino sta lavorando ad un servizio di musica online che dovrebbe permettere lo streaming della musica direttamente sui dispositivi di Apple, senza la necessità di scaricare fisicamente il brano.
Tutto ciò si lega inevitabilmente ai rumor che ha ripreso piede sull’iPhone Nano: non si può escludere infatti che il termine “nano” si riferisca, invece che alle dimensioni del dispositivo, ad una memoria di archiviazione estremamente ridotta, di cui si potrebbe probabilmente fare a meno se Apple offrisse i servizi di cui sopra.