C’è qualcosa di romantico nel lancio dell’Olipad, il nuovo tablet sviluppato dal gruppo Olivetti. C’è il gusto di una storia drammatica, di quelle storie snocciolate nella tragedia, di quelle storie che iniziano al tramonto e finiscono all’alba nel segno metaforico di un futuro ancora possibile. È un tablet, ma è anche qualcosa di più: superficialmente lo si potrebbe francobollare come un insuccesso annunciato, ma con un pizzico di poesia in più lo si può vedere come l’estrema fatica di chi, affondato in un passato ormai lontano, cerca oggi un raggio di sole probabilmente impossibile da raggiungersi.
Sarebbe ingeneroso bocciare l’Olipad a priori, se non altro per la storia del gruppo e per il significato immenso che Ivrea ha avuto nella storia. Sarebbe ingeneroso ed inutile, tanto che vien quasi da voler credere che dietro gli odierni comunicati stampa si celi davvero una speranza. Le dimensioni sono pari a 267x173x13,9 millimetri. Display da 10.1 pollici capacitivo multi-point, definizione 1024X600(WSVGA); memoria da 16GB estendibile a 32GB; connettività 3G, Wi-Fi, Bluetooth; sistema operativo Android 2.2; fotocamera frontale da 1.3MP. Il processore Dual Cortex A9 Nvidia ne è il cuore pulsante e le prime immagini in anteprima sono disponibili nell’apposita gallery a fondo pagina. Attorno a questa configurazione Olivetti ha costruito una doppia faccia da portare sul mercato: quella consumer e quella business.
Sul lato consumer «OliPad consente la fruizione di contenuti multimediali in mobilità come musica, immagini e contenuti video in Full HD. È inoltre possibile accedere al Browser Web, gestire e-mail, agenda e contatti. Il software e-reading rende possibile la lettura di libri digitali direttamente sullo schermo». Sul lato business «OliPad permette un elevato livello di personalizzazione in funzione delle esigenze aziendali. Consente inoltre l’accesso a una ricca offerta di applicazioni grazie all’Application Warehouse, un vero e proprio magazzino virtuale di applicazioni software, configurabili e personalizzabili, che Olivetti ha espressamente dedicato a imprese e Pubblica Amministrazione. Alimentato dalle software house che sviluppano soluzioni, all’Application Warehouse possono accedere anche i dealer Olivetti per offrire ai propri clienti soluzioni integrate».
L’Olivetti Olipad sarà distribuito sul mercato nazionale da Olivetti, TIM e Telecom Italia a partire dal 7 marzo al prezzo di 399 euro. sarà altresì distribuito in bundle con offerte ADSL Telecom Italia e piani tariffari TIM.
399 euro è un prezzo che posiziona l’Olipad un gradino sotto i prezzi dei principali tablet del momento e che propone la soluzione Olivetti come una possibile alternativa entry-level ai più noti Apple iPad o Motorola Xoom. Ma dietro l’Olipad non c’è una storia se non quella della sua azienda produttrice; non c’è uno sviluppo, poiché si tratta del primo esemplare; non c’è spazio comunicativo, perché le attenzioni degli utenti sono su ben altri device. Per questo la storia dell’Olipad sembra una storia intrisa di romanticismo: una sfida coraggiosa alla ricerca di un posto al sole, un tentativo disperato per addentare un’occasione irripetibile per il rilancio dell’azienda piemontese. Il tutto partendo dal concetto del low-cost, unica vera arma che oggi il tablet può sfoggiare contro la concorrenza.
Spiega Patrizia Grieco, amministratore delegato Olivetti: «Questo tablet, forse anche più del notebook, si inserisce perfettamente nella nostra strategia di riposizionamento del marchio Olivetti. È quello che ci permette di proseguire sulla strada di portare sul mercato un’offerta integrata di terminali corredabili con applicazioni software. Il nostro obiettivo è di proporre ai nostri grandi clienti un prodotto che sia davvero “customizzabile”».
Spesso però la tecnologia sa essere ben poco romantica. L’innovazione non sa guardare indietro. Per questo motivo le strade dell’Olipad sembrano funestate da ostacoli. Le possibilità di successo sembrano oggettivamente ridotte, anche se la stessa definizione di “successo” potrebbe in tal contesto avere mille declinazioni: se davvero il mercato italiano dei tablet è previsto nell’ordine del milione e mezzo di unità per il 2011, la Olivetti potrebbe anche accontentarsi di un piccolo numero simbolico di vendite tale da poter stimolare altri passi, favorire altri tentativi, nutrire altre speranze. Un numero, peraltro, fin da subito quantificato: 100 mila pezzi entro fine anno, «un obiettivo ambizioso ma raggiungibile».
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