L’accordo tra Microsoft e Nokia sarebbe nato sulla base di un pagamento pari a 1 miliardo di dollari. A tanto sarebbe costato, insomma, convincere Nokia a rinunciare ad Android per abbracciare Windows Phone 7.
Sulla base di questo esborso Microsoft ha la possibilità di cambiare il proprio destino nel mobile: la partnership con Nokia, della durata prevista di «più di 5 anni» e ad oggi non ancora ufficialmente firmata dalle parti, è di grandi potenzialità e soprattutto può rappresentare la scintilla necessaria per attrarre altri ed ulteriori produttori (già in queste ore si ipotizza anche il possibile avvicinamento Sony Ericsson). Sulla base del medesimo esborso Nokia ha invece la possibilità di passare a WP7 senza dover pagare scotto nel passaggio: Stephen Elop, soprattutto, ha in mano 1 miliardo di buoni argomenti con cui motivare la propria scelta agli azionisti del gruppo.
Unire le forze significa per Nokia dovere a Microsoft il prezzo delle licenze WP7, ma al tempo stesso il gruppo ha la possibilità di risparmiare in ricerca e sviluppo per gli anni a venire. Microsoft dall’accordo ottiene pertanto un importante cliente, un nuovo pacchetto di brevetti a disposizione e la possibilità di utilizzare le mappe Navteq (controllata Nokia).
Se il progetto Nokia Windows Phone andrà a buon fine, quindi, i vantaggi per le due parti saranno evidenti e molteplici. Entrambi, infatti, hanno perso il primo treno del mobile e stanno aspettando il proprio turno per tornare a bordo. L’esordio dei primi device è atteso per la fine del 2011, mentre il pieno valore dell’accordo potrà essere espresso soltanto durante l’anno 2012. I lavori sono però già in corso, perché l’esordio non potrà essere in tinte neutre: i Nokia Windows Phone dovranno saper far parlare di sé fin ad subito, perché la concorrenza vedrà il dominatore Android difendersi con una molteplicità di smartphone ed Apple pronta a sfoggiare l’iPhone 5.
La prossima stagione natalizia, insomma, avrà molto da dire in proposito. Microsoft si è conquistata la propria quota con un assegno da un miliardo di dollari: molto se si pensa al ritardo accumulato, poco se si pensa a quanto tale investimento potrebbe rendere in prospettiva.
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