Il debutto di iPad 2 ha portato con sé alcune importanti novità in casa Apple, come la versione finale della piattaforma iOS 4.3. Non tutti sono però pienamente soddisfatti dell’update, in particolare coloro che sui propri dispositivi fanno un ampio uso delle Web apps. Queste, quando lanciate direttamente dalla schermata principale del sistema, vengono infatti eseguite due volte più lentamente rispetto alla versione aperta dall’interno del browser a causa del mancato sfruttamento del nuovo engine JavaScript Nitro su cui è basato il funzionamento di Safari in iOS 4.3.
A riportare i risultati dei test condotti sono state ieri, per prime, le pagine del sito britannico The Register. La notizia è poi rimbalzata in breve tempo in tutta la Rete, ma al momento Apple non ha ancora risposto in via ufficiale alle tante richieste di chiarimenti sulla questione. Semplice bug risolvibile con un aggiornamento? Secondo qualcuno sì, ma sono in molti a ipotizzare che si possa trattare di una scelta volontaria dell’azienda di Cupertino.
Nonostante in passato la società abbia più volte esortato i programmatori a realizzare Web apps basate sugli standard HTML, CSS e JavaScript, il posizionamento di queste sulla home screen dei dispositivi rischia talvolta di frenare la diffusione delle applicazioni distribuite mediante App Store, con il mancato incasso del 30% di quanto versato dagli utenti agli sviluppatori.
Da qui la tesi sostenuta da coloro che ipotizzano una mossa studiata da parte di Apple dietro alle carenti performance delle Web apps lanciate dalla schermata principale di iOS 4.3. Altri problemi rilevati riguardano l’impossibilità di accedere alle informazioni salvate nella cache una volta disconnessi dalla Rete e l’utilizzo di un sistema datato per il rendering delle pagine.
L’ipotesi più plausibile, soprattutto in considerazione del clamore suscitato dalla vicenda, è quella che vede i tecnici della mela morsicata a conoscenza del problema e già impegnati per la sua risoluzione, in vista del rilascio di un update correttivo. Fino a quando la società non si pronuncerà in merito in via ufficiale non sarà però possibile ritenere infondate le posizioni di chi punta il dito contro una decisione che, se presa scientemente, renderebbe la politica di Apple quantomeno discutibile.