La pirateria è un fenomeno ormai in declino. Nonostante l’industria della distribuzione continui a vedere la pirateria come il principale ostacolo al mercato, la realtà sembra essere differente. Questo, almeno, quanto emerge da una nuova indagine NPD secondo cui i pirati sarebbero sempre di meno, sempre meno attivi e, pertanto, sempre meno incisivi sui destini del mercato.
La ricerca NPD in particolare ritiene che negli ultimi 3 anni gli utenti che negli Stati Uniti hanno scaricato materiale pirata siano scesi dal 16 al 9%. Solo 9 utenti su 100, insomma, scaricano oggi materiale dalle reti P2P mentre gli altri stanno pressoché alla larga dai canali illegali di distribuzione. Ma non solo: mentre nel 2007 ogni singolo utente “pirata” scaricava circa 35 contenuti al trimestre, oggi la media è scesa a 18, dimezzando così l’incidenza pro-capite sul danno comminato.
Nel giro di 3 anni si sono dimezzati i pirati e si è dimezzata l’azione dei singoli, il che non può che portare ad una sola conclusione: la pirateria è in forte declino, quantomeno quella sui canali P2P e tracciabile dagli strumenti di rilevazione NPD. Il calo sarebbe peraltro direttamente collegato alla caduta di LimeWire, uno dei maggiori nomi del mondo della pirateria, in comunione con il lungo ostruzionismo opposto alla Pirate Bay. Gli ostacoli legali frapposti dalla RIAA ai maggiori hub della pirateria internazionale avrebbero quindi funzionato, rendendo meno facile il link gratuito e più appetibile il click a pagamento: i dati NPD dimostrano come la scomparsa dei principali punti di riferimento ha confuso l’utenza, portando ad un conseguente tracollo dei download illegali.
A questo punto gli sbocchi ad una situazione simile possono essere due: o nasce una nuova forma di pirateria in grado di calamitare l’utenza abbandonata da LimeWire e simili (a tal fine già si segnala la repentina ascesa di Frostwire e u-Torrent), oppure l’industria musicale deve veder aumentati i propri introiti in conseguenza dell’assenza dell’ostacolo primo al proprio mercato. Se nessuna delle due soluzioni avrà luogo, allora la distribuzione musicale e cinematografica dovrà rivedere a fondo i propri piani e le proprie analisi perché ciò significherebbe che la lotta contro i pirati ha rappresentato tempo e risorse andate in fumo: i problemi cronici di un vecchio modello di business adattato ai nuovi strumenti potrebbero pericolosamente venire a galla e chi non si adatta potrebbe pagarne pegno.