Btjunkie, motore di ricerca per torrent tra i più noti in Italia, è stato fermato a seguito di specifico provvedimento dell’Autorità Giudiziaria. Quello che la FIMI descrive come «uno dei più importanti supermercati mondiali del falso multimediale» e “la super piattaforma digitale pirata” è stato infatti colpito da ordine di inibizione al pari di quanto successo anzitempo con la Pirate Bay, imponendo l’inaccessibilità del dominio per frenare la raggiungibilità del servizio.
Sebbene vada ricordato come provvedimenti di questo tipo possano rallentare, ma non inibire del tutto, l’accesso ai server del servizio (è sufficiente un DNS libero da vincoli per aggirare il filtro), il provvedimento è comunque di sicura efficacia sui grandi numeri poiché pone un importante ostacolo tra server e utente rendendo inoltre palese l’intervento delle autorità su un servizio la cui natura illegale è stata comprovata.
La FIMI descrive all’operazione sottolineando come un intervento di questo tipo possa dare una forte spallata al fenomeno della pirateria online grazie soprattutto ai termini legali con cui l’iniziativa è andata in porto: «L’operazione ha una rilevanza importante sia perché la piattaforma vantava oltre 500 mila accessi quotidiani dall’Italia con la possibilità di scaricare musica, film, videogiochi e software e, grazie ai numerosi banner pubblicitari presenti, permetteva ai gestori di guadagnare una stima di circa 3,5 milioni di euro l’anno, sia perchè dal punto di vista giuridico tale provvedimento risulta particolarmente innovativo. Si tratta infatti per la prima volta di un “ordine di inibizione” direttamente dal PM rispetto ai recenti provvedimenti, vedasi anche il caso di Pirate Bay, dove il “sequestro tramite inibizione” veniva convalidato dal GIP ed era appellabile al riesame. In questo caso sarà percorribile solo un ricorso per Cassazione. L’inibitoria viene imposta sulla base della normativa sul commercio elettronico, ovvero gli art.14 e seguenti del D.Lgs 70 del 2003 ove si prevede che l’autorità giudiziaria possa esigere, anche in via d’urgenza, che l’ISP impedisca o ponga fine alle violazioni commesse. Si tratta quindi di una velocizzazione delle procedure con le quali viene inibito l’accesso ai siti esteri che dispiegano la propria attività illecita anche sul territorio italiano».
Con l’aumentare delle piattaforme online di acquisto della musica digitale, la lotta alla pirateria è vista come un elemento strategico per consentire al mercato di esprimere appieno le proprie potenzialità. Per questo motivo Enzo Mazza, Presidente della Federazione Industria Musicale Italiana, plaude l’operazione anche e soprattutto per il messaggio che passa agli utenti ed al mercato: «I colpi inflitti ai criminali di Pirate Bay prima e ora a quelli di Btjunkie sono fondamentali per favorire un accesso legittimo alle produzioni creative mettendo fuori gioco le piattaforme illecite».