La più terrificante macchina di spionaggio mai inventata. Così Julian Assange, il fondatore di Wikileaks, ha definito Facebook in una intervista per Russia Today. E non è stato meno tenero con Google e tutti i social network.
Quando Assange ha rilasciato questa intervista ancora non sapeva dell’uccisione di Bin Laden, che ha commentato successivamente con un Tweet:
“Con l’uccisione di Osama è il momento di portare a conclusione la guerra in Afghanistan”.
Se anche l’avesse saputo, probabilmente il suo parere su Guantamano, argomento degli ultimi cablogrammi rilasciati e pubblicati dalle grandi testate internazionali, non sarebbe cambiato. Nonostante, con franchezza inedita per il Pentagono, sia stato chiarito come la dritta che ha portato all’individuazione del terrorista arabo sia scaturita dalla criticatissima pratica del waterboarding, una forma di tortura.
Ma dell’intervista, visibile su RT.com, la parte più clamorosa è quella dedicata proprio ai colossi della silicon valley, che il fondatore di Wikileaks considera al servizio dei servizi segreti americani:
“Facebook è la macchina di spionaggio più spaventosa che sia mai stata inventata. Qui abbiamo il più completo database di persone al mondo, le loro relazioni, i loro nomi, gli indirizzi, le loro posizioni e le loro comunicazioni con gli altri e i loro parenti, tutti all’interno degli Stati Uniti, tutti accessibili ai servizi segreti americani. Facebook, Google e Yahoo, tutte queste grandi società, sono dotate di interfacce sviluppate per i servizi segreti degli Stati Uniti. Non c’è più bisogno di alcun mandato di comparizione.”
Fino ad oggi Assange era stato ironico o critico nei confronti di Facebook (già ai tempi della nomina di Zuckerberg a Persona dell’Anno sul “Time”), ma mai così apertamente all’attacco dei social network, argomento poco di moda dopo le grandi approvazioni sul loro ruolo nelle rivolte in medioriente.
Alla domanda della giornalista se ritiene che Facebook e Google collaborino attivamente con la CIA, Assange ha risposto che non possono fare altrimenti:
“I servizi segreti hanno gli strumenti legali e di pressione necessari per ottenere quello che vogliono, e siccome è molto costoso fornire i singoli dati hanno acconsentito ad automatizzare il processo.”
Per questo Assange mette in guardia gli utenti Facebook, affermando che ogni volta che aggiungiamo un amico stiamo “lavorando gratis per l’intelligence degli Stati Uniti nella costruzione di questo database”.