Una start up americana ci immagina tutti con l’iPhone in mano intenti a guadagnare soldi. GigWalk sta facendo molto parlare di sé e TechCrunch ne parla in particolare come il peer-to-peer delle persone al posto dei computer. Una piccola rivoluzione, anche e soprattutto economica.
L’applicazione, infatti, prevede l’ingresso in una rete di lavoratori a disposizione per piccole operazioni, registrate e pagate con Paypal. Ciascuna operazione richiede pochi minuti, basta essere nei paraggi e avere il proprio melafonino e si possono guadagnare da un minimo di tre dollari fino ad un massimo di novanta. C’è chi è riuscito, in questi primi mesi di sperimentazione prima del lancio, a guadagnare 1.600 dollari.
La start up, che si è guagnata già un investimento di 1,7 milioni di dollari, consente alle aziende di ogni dimensione di implementare rapidamente gli operatori mobili generalmente mandati sul campo a rivelare dati. Alcuni esempi: le società immobiliari possono utilizzare la piattaforma per ottenere immagini delle proprietà, i fornitori per scoprire se i dettaglianti collocano correttamente i loro prodotti, le società di cartografia possono controllare palmo dopo palmo la correttezza dei loro dati. TomTom, per esempio, usa Gigwalk per verificare le sue mappe. Ma basta pensare alle società che gesticono le reti di fornitura di energia per comprendere il business potenziale di questa novità.
«Ogni singolo iPhone o Android è un nodo in una rete», spiega il co-fondatore e CEO di Ariel Seidman. «Stiamo cercando di attivare quel nodo e poter dire che effettivamente contribuisce alla forza lavoro». Argomento molto sentito, peraltro, negli Stati Uniti ove il tasso di disoccupazione ricorda come si sia ancora nel pieno della crisi economica.
Il sistema si sta autoregolamentando e non c’è filtro alcuno per i “Gigwalkers”: il punteggio di reputazione che premia le persone che fanno sempre un buon lavoro con compiti più complessi e più remunerativi è stato finora sufficiente. Le persone che non rispettano le norme, in ogni caso, non vengono pagate.
Si fa avanti così la prospettiva di un nuovo concetto di crowd-job remoto, basato su compiti brevi e controlllati dal Gps. Niente costi di gestione, niente contratti. Potrebbe essere utilizzato anche per compiti di citizen journalism temporaneo.
L’idea è sicuramente importante, ma troppe volte sul Web si è creduto bastasse l’impegno di tanti nella costruzione di un lavoro per ottenere risultati. Gli esempi migliori, come Linux o Wikipedia, sono basati sulle competenze di pochi e l’evangelizzazione di tanti. In questo caso, invece, a pochi dollari alla volta, si vuole costruire una nuova economia.