Allarme virus nel mondo della Mela: scoperto da alcuni giorni, il malware MacDefender sta mandando in crisi moltissimi utenti Apple, con i call center dell’AppleCare presi d’assalto per richiedere assistenza sulla rimozione della minaccia. Ed è proprio da un centralinista Apple che è possibile conoscere l’entità del problema, grazie ad un’intervista condotta da Ed Bott di ZDNet.
MacDefender è un malware che nelle ultime settimane si sta diffondendo sul Web grazie alla somiglianza del suo nome con un antivirus per Mac (Mac Defender). La sua pericolosità è stata etichettata come bassa, data la necessità di inserire la propria password durante il processo di installazione di questo falso antivirus: per non incappare nella minaccia è dunque sufficiente prestare attenzione durante la navigazione in Rete e non fidarsi di applicazioni sospette, ma nonostante ciò sono numerosi gli utenti della Mela infettati.
Il tutto, spiega l’anonimo dipendente Apple intervistato, è iniziato circa due settimane fa con una telefonata in cui veniva chiesta assistenza con un presunto malware. Da allora le telefonate sullo stesso argomento si sono moltiplicate al punto che oltre la metà delle richieste di assistenza riguardano proprio Mac Defender. Se in precedenza tra una chiamata e l’altra trascorrevano circa una decina di minuti, dall’inizio della minaccia ogni centralinista non fa in tempo ad agganciare il telefono che questo squilla nuovamente con un nuovo cliente in preda al panico.
Nonostante le richieste da parte dei propri clienti, gli incaricati dell’AppleCare hanno ricevuto dai propri superiori il divieto assoluto di risolvere problemi legati a Mac Defender, come previsto del resto dalle policy del servizio assistenza di Cupertino. Lo scopo, secondo quanto ufficialmente riportato dai vertici della società, sarebbe quello di non permettere agli utenti di vedere nell’AppleCare lo strumento con il quale rimuovere le minacce provenienti da virus e malware ogni qual volta si presentino: tale compito, secondo Apple, è destinato esclusivamente agli antivirus. Qualora venisse fornita assistenza in questo caso si creerebbe un precedente che trasformerebbe il servizio assistenza della società in un call center dedicato alla rimozione delle infezioni.
Sebbene in quel di Cupertino sia necessario rispettare alla lettera gli ordini provenienti dall’alto, il dipendente intervistato ha confessato che diversi centralinisti hanno in alcune occasioni fornito suggerimenti sulle possibili soluzioni: di fronte ad un padre sconvolto per le immagini mostrate dal virus ai propri figli, spiega, è impossibile rispondere con un «non posso esserle d’aiuto». Alcuni clienti hanno poi riportato di aver inserito i dati delle proprie carte di credito, in alcuni casi anche più di una in seguito a tentativi di pagamento effettuati con risultati negativi, mettendo a rischio anche i rispettivi conti correnti.