Fino a oggi il più grande social network del mondo, Facebook, è stato off limits per i minori di 13 anni. Una regola rispettata e sancita dalla stessa azienda di Palo Alto, tanto che ciclicamente Facebook elimina migliaia di account “fuori legge”. Ora però il suo fondatore, Mark Zuckerberg, apre ai più piccoli.
Zuckerberg è pienamente convinto che per gli under 13 bisogna pensare a particolari restrizioni per la privacy, ma siccome tutti sanno che il social network è abitato da moltissimi preadolescenti che mentono sulla loro età (le ultime statistiche dicono 7 milioni e mezzo, di cui almeno 5 addirittura sotto gli 11 anni), ha deciso per una politica di riduzione del danno: legalizzando la loro presenza.
In una intervista alla CNN, ha esplicitamente dichiarato di considerare lo scambio di cultura – quindi anche le lezioni, le nozioni della scuola – il vero obiettivo della sua creatura, che dà la stura a una rinascita economica.
“In futuro, il software e la tecnologia consentiranno di imparare molto dai propri compagni. Se avessi avuto la possibilità di tornare a Harvard e concludere gli studi, non so immaginare quante persone straordinarie avrei incontrato.”
Per questa ragione Zuckerberg crede che non si possa ulteriormente escludere la popolazione dei bambini e ragazzini delle scuole da Facebook e dalla Rete. Ma come metterla con le associazioni di tutela dei minori?
Il problema sta tutto nel considerare se sia più pericoloso, dal punto di vista di possibili adescamenti e abusi, un social network che formalmente chiude ai minori, ma poi non è certo di riuscire a controllarli, oppure aprire la porta ai minori e tenerli il più possibile sotto controllo, sapendo che però saranno molti di più.
Attualmente, il Children’s online Privacy Protection Act (COPPA) impedisce a siti come Facebook di aprire agli under 13, bisognerà dunque cambiarlo. E sarà una lotta dura.
“A causa delle restrizioni non abbiamo ancora iniziato questo processo di apprendimento delle nuove generazioni. Se le levassimo, potremmo imparare a farlo funzionare. Prenderemmo un sacco di precauzioni per assicurarsi che i più piccoli siano al sicuro.”