Prima gli sviluppatori Apple, ora gli sviluppatori Google: i legali Lodsys si sono scagliati infatti anche contro i developer che hanno integrato nelle proprie applicazioni per Android un sistema di acquisto in-app, seguendo in ciò i passi già compiuti contro il mondo iOS.
Il teorema Lodsys è ormai chiaro: i brevetti che coprono gli acquisti in-app sono sì stati concessi in licenza a gruppi quali Apple o Google, ma la licenza non coprirebbe i singoli sviluppatori. Questi ultimi, quindi, sarebbero in difetto nei confronti della Lodsys la quale sta pertanto inviando diffide scritte chiedendo la regolarizzazione della posizione prima di proseguire con la distribuzione delle app. Il coinvolgimento del mondo Android è emerso soltanto nelle ultime ore con l’accumularsi delle segnalazioni relative agli sviluppatori additati.
Apple ha già risposto per le rime chiedendo alla Lodsys di fare immediatamente un passo indietro e sostenendo che la licenza concessa a Cupertino sia quanto sufficiente per autorizzare tutti gli sviluppatori a sfruttare gli acquisti in-app senza dover contrarre autorizzazione alcuna. Google non ha invece al momento commentato, ma si allineerà probabilmente presto alla posizione già intrapresa dai legali Apple respingendo le accuse Lodsys a nome della propria community di sviluppo.
La terza tappa sarà probabilmente in ambito Windows Phone: Lodsys ha già spiegato anzitempo come Google e Microsoft abbiano regolarizzato le proprie posizioni, ma ad oggi gli unici developer per cui non si segnalano diffide sono quelli vicini al mondo WP7. Ma è presumibilmente soltanto questione di tempo.