Nuove grane legali per Nokia: il pomo della discordia è nuovamente la violazione di brevetti ed in questo caso è il gruppo finlandese ad esser sotto accusa. La denuncia, datata 2007 e solo ora giunta ad un risultato definitivo, è firmata da IPCom, società tedesca che contesta al gigante di Espoo l’utilizzo non autorizzato di tecnologie brevettate legate all’utilizzo delle reti 3G.
In particolare, il brevetto contestato è il ‘268, nel quale vengono descritti alcuni sistemi per la concessione di particolari privilegi alle chiamate d’emergenza sotto copertura 3G, anche in circostanze di particolare affollamento della rete. Tale tecnologia sarebbe presente in due modelli di smartphone prodotti dal gruppo finlandese (non più in commercio), senza che quest’ultimo abbia stipulato alcun accordo con IPCom, la quale ha acquisito ogni diritto sul brevetto a seguito dell’acquisizione nel 2007 del portafoglio brevetti di Bosch.
Sebbene in un primo momento nel gennaio 2010 le autorità giudiziarie abbiano dato ragione a Nokia, non intravedendo alcuna violazione nel workaround studiato dagli ingegneri finlandesi per utilizzare il suddetto sistema, l’appello di IPCom ha fatto sì che l’intero processo continuasse ancora per un anno e mezzo circa, prima di giungere alla sconfitta da parte del colosso degli smartphone: secondo la Corte del Regno Unito i due dispositivi contestati violano il brevetto posseduto da IPCom ed ora Nokia deve regolarizzare la propria posizione oppure versare un indennizzo alla società tedesca.
Nonostante il gruppo guidato da Stephen Elop sia pronto ad accettare la sentenza del giudice Floyd, resta da risolvere ancora una diatriba tra le due aziende. Il verdetto stabilisce infatti che i modelli che adottano un diverso software per la gestione delle comunicazioni non infrangono il brevetto, motivo per cui Nokia ha immediatamente sostenuto di poter continuare a commercializzare legalmente ogni altro smartphone presente nella propria linea. Secondo IPCom, invece, i modelli citati dal giudice non potrebbero mai violare tale brevetto in quanto non supportano lo standard UMTS, mentre ogni altro device in grado di sfruttare le tecnologie 3G viola di fatto la proprietà intellettuale del gruppo tedesco.