Maggio 2010, Google faceva propria la Global IP Solutions per 68 milioni di dollari. Giugno 2011, Google rende open source la tecnologia acquisita e si prepara a renderla utilizzabile tramite apposite API. Ed è questo un passo fondamentale, poiché è la svolta che apre alla nascita del vero anti-Skype: la comunicazione VoIP approda tra le applicazioni Web, dimentica i client software e trova in Google l’ombelico del proprio sviluppo.
L’obiettivo dichiarato è quello di portare in Chrome capacità Real-Time Communications (RTC) tramite semplici API che ogni sviluppatore può andare ad utilizzare. Javascript da una parte ed HTML5 dall’altra, il progetto sarà appoggiato tanto da Google quanto da Mozilla ed Opera per dar vita ad un nuovo servizio veicolato da browser con cui inaugurare un network alternativo a Skype ed in grado di fungere da contraltare ai progetti Microsoft nel settore.
Due i codec utilizzati nel framework aperto per la trasmissione audio: iSAC per le connessioni a banda larga e iLBC per le connessioni meno performanti; uno, invece, il codec utilizzato per la trasmissione video: VP8, progetto made in Google già ampiamente in discussione nei mesi passati per problemi di qualità e proprietà intellettuale.
Anche Skype ha utilizzato le tecnologie Global IP fino alla quarta versione del client, mentre in seguito ha scelto una strada propria facendo leva sulla soluzione SILK (Super Wideband Audio Coded). In seguito Google ha acquisito il gruppo ed i suoi codec ed ha iniziato a sviluppare la WebRTC che intende ora portare sul proprio browser. Le conseguenze sono destinate a riverberarsi anzitutto su Gmail, le cui capacità potrebbero estendersi in tempi brevi alle videochiamate. Oltre Gmail, però, v’è molto altro: le API metteranno il sistema a disposizione degli sviluppatori, i quali potranno così sfruttare il codice per dar vita a nuove idee.
Al momento non sono ancora stati forniti dettagli relativi ai tempi di implementazione della nuova tecnologia, ma Google promette di volerla portare su Chrome (tramite Webkit) in tempi brevi. Costringendo, peraltro, anche Skype ad una mossa simile per rispondere alla minaccia in arrivo. E non è detto che Skype non possa già avere a disposizione armi adeguate per tutelare il proprio impero quando WebRTC rappresenterà una minaccia seria per il network oggi di proprietà Microsoft.