A poche ore di distanza dal lancio di Google+, il gruppo si vede già costretto a porre alcuni paletti. Il numero uno del progetto, Vic Gundotra, ha spiegato di dover giocoforza chiudere il modulo degli inviti a causa di un “folle” numero di richieste piovute fin da subito sui server di Mountain View.
Da oggi, insomma, non è più possibile inviare a Google richiesta di accesso al social network. Al tempo stesso, però, per una porta che si chiude ve ne è una che si apre: se gli inviti non saranno più elargiti centralmente, saranno però disponibili sulla periferia. Ogni utente già dentro Google+, insomma, avrà ora la possibilità di tirare sul carro i propri amici e le proprie cerchie sociali, così da iniziare a costruire la propria community al pari di quanto già possibile fino ad oggi su Facebook.
Per poter accedere a Google+, insomma, ora non bisogna più attendere un invito da Google (non quantomeno per chi ancora non ne abbia fatta richiesta), ma bisogna sperare che qualche proprio amico possa essere coinvolto. Trattasi da parte di Google di una mossa ovvia e strategicamente giusta: una volta innestato il meccanismo con gli inviti centrali, infatti, è il perimetro a doversi muovere estendendosi a macchia d’olio poco alla volta, con legami stabili e consentendo al sistema di esprimere appieno le proprie dinamiche sociali.
“Invita altre persone ad entrare su Google+”: il modulo consente di invitare un alto numero di persone, il che potrebbe pertanto consentire un sollecito ampliamento della community nonostante a livello centrale non siano più autorizzati ulteriori inviti. Questione di poco tempo, insomma, e milioni di persone saranno già sul nuovo social network.
Interessante il fatto che, anche nella comunicazione relativa all’interruzione dell’invio degli inviti, Vic Gundotra non risparmia una indiretta stilettata al rivale Facebook. Nel messaggio, infatti, si fa esplicito riferimento a Google Takeout ed alla possibilità di esportare i propri dati in qualsiasi momento da Google+ (cosa, su Facebook, chiaramente non possibile): «Sono i vostri dati, le vostre relazioni, la vostra identità».