Il nuovo social network di Google sta andando a gonfie vele: ha raccolto in pochi giorni cinque milioni di account e la gara all’invito non accenna a diminuire. Eppure uno dei tool più apprezzati comincia a far sospettare i geek: e se le cerchie fossero una dannazione?
Google Plus è senz’altro il social del momento, con molte novità interessanti e molte cose ancora da presentare nei mesi prossimi, come i profili aziendali. Ma sulle cerchie tutti sono d’accordo: è un concetto più avanzato di quello del rivale Facebook.
Nelle cerchie si possono inserire, accettare e togliere le persone secondo diverse categorie di conoscenza, settando così anche le notifiche e il livello di privacy dei nostri post secondo questo filtro e destinazione.
In altri termini, contenuti seri nella cerchia più larga, contenuti scherzosi agli amici che li possono capire, contenuti personali nella cerchia più ristretta e via dicendo.
C’è però un problema, sollevato da Sarah Perez sull’ottimo ReadWriteWeb: ma come si fa a creare delle cerchie per sempre? La nostra vita è in continuo divenire e quelli che sono nostri colleghi di lavoro, da un giorno all’altro, possono diventare solo amici, conoscenti o un bel niente. Per un fatto semplicissimo: quando perdi il lavoro.
“Ammettiamo che diventi amico per davvero di qualcuno – non un amico di Internet – fuori dalle reti sociali che si stanno trasferendo nella stessa cerchia. Quando capita potresti essere costretto a spostare queste persone da una cerchia all’altra, o addirittura non sapere più dove metterle perché andrebbe bene in più cerchie. […] Forse non è un grande problema, con una sola persona. Ma siamo davvero disposti a farlo con tutte le nostre relazioni, e d’ora in avanti sempre? O passeremo moltissimo tempo a spostare conoscenti da una cerchia all’altra, oppure useremo questo strumento in modo più semplice, unificando tutto in una stessa cerchia. Ma il risultato allora sarebbe identico a Facebook.”
La provocazione della blogger, dunque, è la seguente: per utenti mainstream, le cerchie diventeranno presto un affanno, se non un incubo, di cui si libereranno presto col risultato di rendere più simile il social network nuovo con quello “vecchio”. Somiglianza a vantaggio del secondo, ovviamente, coi suoi 700 milioni di utenti.
Soluzione al problema? In effetti, c’è. In Rete si trovano già molti commenti che suggeriscono al re dei motori di ricerca di mettere la sua specialità, gli algoritmi, al servizio di Google +, in modo che sia il sistema a registrare modiche nel profilo e conseguenze probabili nelle cerchie, di modo da suggerirle.
Ad esempio: parli molto con questa persona, perché non la inserisci in questa cerchia più adatta? Oppure: hai cambiato lavoro, non è forse meglio escludere i tuoi progetti con i vecchi colleghi?
Lo scenario, insomma, si fa complicato. Voi cosa ne pensate? Le cerchie sono una grande idea o ci faranno diventare matti? Intanto, la notizia è ufficiale: il 31 luglio tutti coloro che hanno un account Google potranno usare Google +, che in quella data chiuderà tutti i profili privati, essendo il social network di Big G basato su un quanto meno parziale accesso pubblico.
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