Una reazione in grande stile. Anonymous e LulzSec (crew vicina al gruppo, impegnato in attacchi informatici contro gli organi di informazione) hanno colpito il loro principale avversario, in Italia, il CNAIPIC (Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche), autore di arresti a catena nelle settimane scorse.
Con un comunicato apparso oggi, il gruppo di hacker ha spiegato il senso della propria azione: ha attaccato i server della Polizia informatica per sottrarre dati e pubblicarli in Rete.
“Oggi abbiamo ottenuto l’accesso al vaso di Pandora delle agenzie anticrimine Italiane […] abbiamo deciso di diffondere tutto quello che hanno nella rappresentanza italiana, ovverosia una task force con vaste risorse chiamata CNAIPIC. Questa organizzazione corrotta ha ottenuto e raccolto le “prove” dalle proprietà sequestrate a innumerevoli sospetti operanti nel settore dell’informatica e le ha usate nell’arco di molti anni per compiere operazioni illegali con la cooperazione di agenzie di intelligence straniere e varie oligarchie per saziare la loro brama di potere e soldi, anziché usare i dati ottenuti per facilitare le inchieste/indagini in corso.”
Accuse pesanti, che assomigliano a quelle di Wikileaks nei confronti di altre agenzie. Anche il metodo gli somiglia: non si tratta di un attacco per mandare in tilt dei siti, ma di una pubblicazione annunciata e graduale di materiale segreto ritenuto scottante.
Otto gigabyte, per la precisione, di dati in pdf con informazioni di vario genere: in particolare, a una prima occhiata dei giornali e dei blogger si sono trovati informazioni sui rapporti fra Italia ed Egitto, Russia, Ucraina, Nepal, Isole Cayman, Stati Uniti. Nei documenti sono citati il caso Madoff, le banche italiane, istituti finanziati con soldi pubblici, ma si trovano anche molti documenti di identità di persone straniere (molte arabe), e note, comunicati, intercettazioni.
Anonymous si è anche divertito ad anticipare alcune immagini in uno slideshow chiaramente sarcastico nei confronti della polizia informatica, e naturalmente rimanda all’account @LulzSecItaly su Twitter per tutti gli aggiornamenti.