Gli vogliono fare il trattamento, quello inaugurato con Red Ronnie durante il ballottaggio alle elezioni milanesi e diventato ormai uno standard tutto italiano. Vittorio Feltri è trend topic su Twitter e colpito da migliaia di insulti sulla sua pagina Facebook. Per quale motivo?
Il motivo ha un titolo: Quei giovani incapaci di reagire, il commento pubblicato oggi sul “Giornale”, di cui è editorialista. Un articolo che fondamentalmente sostiene che la colpa di questi giovani sull’isola di Utoya colpiti dalla follia omicida del neonazista Anders Breivik, è stata quella di essere fuggiti disperdendosi, invece di reagire compatti.
Una teoria opinabile, dato che il 32enne era fornito di armi automatiche, la cui caratteristica è proprio quella di azzerare il tempo di caricamento e sparo (così che avvicinarsi significa soltanto rendergli più facile il compito), ma soprattutto un tono tale da aver alimentato i sospetti degli internauti che il quotidiano, protagonista già di un clamoroso errore con una doppia copertina, una neutrale e l’altra anti-islamica all’indomani dell’attentato, voglia a tutti i costi dare interpretazioni differenti e sostenere colpe diverse da quelle del ragazzo, cattolico e di estrema destra.
Il Web 2.0 non si è fatto attendere, anche perché le vittime sono tutti ragazzi che si potrebbero tranquillamente conoscere nei social network, e così è partito il cosiddetto trattamento Ronnie, dall’omonima pagina Facebook, emanazione di Tutta colpa di Pisapia.
La tecnica è nota: si esprime un temporaneo “mi piace” alla pagina, si attacca il personaggio, e nello stesso tempo si aggiungono i propri pensieri su Twitter con l’hashtag di riferimento #feltri. Su Twitter, in particolare, si sprecano le battute, tra quelle che suonano minacciose e quelle tipiche dell’ironia e dei tormentoni Web:
“In 500 persone manco uno aveva il numero di Chuck Norris?”
Lo sdegno, peraltro, ha superato i confini del Belpaese: si leggono già tweet dal Nord Europa che citano il giornalista e il suo commento, destinato ancora a far discutere.