Un mese di vita è bastato a Google+ per suscitare nella community di navigatori un notevole interesse, tanto da spingere i netizen verso una vera e propria caccia all’invito e il numero di visitatori unici a toccare quota 20 milioni. Il successo della neonata piattaforma made in Mountain View porta però con sé le prime problematiche di gestione, legate all’identità degli iscritti e alle metodologie adottate per far rispettare le condizioni di utilizzo del social network.
Si è già parlato nelle scorse settimane dell’esclusione di alcuni profili aziendali (in Italia ha fatto discutere il caso Repubblica), in attesa che vengano spalancate le porte di Google+ anche alle realtà professionali. A sollevare qualche malumore sono invece ora tutti coloro che hanno visto il proprio account chiuso improvvisamente, senza alcuna spiegazione dettagliata.
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Il motivo, apparentemente, sarebbe da ricercarsi nella volontà da parte di Google di mantenere Plus una piattaforma popolata esclusivamente da persone reali, che interagiscono tra di loro utilizzando esclusivamente nome e cognome, senza ricorrere a pseudonimi o ancor peggio emulando l’identità di terzi. Questo il messaggio recapitato nella casella di posta degli utenti esclusi dal servizio:
Dopo aver verificato il vostro profilo, abbiamo stabilito che il nome fornito viola gli standard della nostra Community.
Certo è che, anche se nel pieno diritto di far rispettare le condizioni di utilizzo accettate all’atto dell’iscrizione a Google+, bigG dovrà rivedere il modo in cui bloccare l’accesso alla piattaforma, in quanto alcuni hanno lamentato l’impossibilità di utilizzare correttamente anche altri servizi in seguito a ban dal social network.