Robert Cyran e Martin Hutchinson hanno pubblicato sul New York Times un approfondimento d’analisi sull’attuale stato di salute del gruppo Microsoft ed il pezzo è imperniato su un consiglio a Steve Ballmer: quello di vendere Bing al miglior offerente per far cassa e rendere una volta tanto felici gli investitori del gruppo.
Il consiglio di Cyran e Hutchinson è poco basato sulla strategia e molto basato sulla logica finanziaria: in caso di vendita, infatti, Microsoft potrebbe mettere in cassa un grande quantitativo di danaro e potrebbe così far brillare al meglio l’investimento. In caso contrario Bing continuerà a rimanere un costo ed un rischio, continuando a pesare sulle sorti del gruppo per molto tempo ancora.
Secondo quanto indicato nell’articolo, Microsoft potrebbe vendere Bing a Facebook (con cui è già in auge una stretta collaborazione) o addirittura ad Apple (ipotesi plausibile soltanto in una logica di fantamercato) per consentire ad altri di far crescere la creatura di Redmond. Microsoft, così facendo, potrebbe incassare anche oltre 10 miliardi di dollari che andrebbe ad investire in nuove attività o nel semplice buyback delle proprie azioni così da sostenerne il valore.
Da tempo gli azionisti Microsoft chiedono a Steve Ballmer una qualche dimostrazione (addirittura c’è chi ne ha richiesta la sostituzione alla luce dell’incapacità di incrementare il valore azionario del gruppo): il pacchetto MSFT è stabile ormai da anni e dopo Vista ha toccato il fondo per poi riprendersi poco alla volta. Nel frattempo però Apple e Google hanno segnato performance ben differenti, regalando grasse soddisfazioni a chi vi ha investito. Il New York Times ignora pertanto la crescita oggettiva sperimentata dal motore di ricerca negli ultimi mesi e vede ora in Bing soltanto una opportunità latente: la cessione sarebbe un toccasana immediato per il gruppo.
La finanza, però, guarda spesso più al breve periodo che alle strategie di lungo corso. La cessione di Bing, infatti, può essere sì vantaggiosa nell’immediato, ma si configurerebbe come un grave rischio per il lungo periodo. L’analisi del NYT va dunque colta come una semplice provocazione, come un appello a Steve Ballmer affinché cambi marcia e focalizzi meglio gli sforzi del gruppo sui prodotti e servizi realmente funzionali al miglioramento delle finanze di Redmond. Perché non ha senso portare avanti servizi in perdita se poi non è chiaro il loro ruolo nello scacchiere del gruppo e nelle strategie intraprese.