Il vecchio Windows XP è ancora il sistema operativo più utilizzato al mondo e ciò ha anche conseguenze negative sulla sicurezza. È infatti scontato che un software viene attaccato maggiormente se molto diffuso, per cui il risultato di una indagine condotta da Avast non dovrebbe meravigliare più di tanto. Windows XP è il bersaglio preferito dai rootkit con una percentuale pari al 74% delle infezioni.
Il sistema operativo andrà definitivamente in pensione l’8 aprile 2014, quando Microsoft sospenderà il supporto esteso, ma prima di questa scadenza gli utenti farebbero bene a scegliere il più moderno Windows 7. Su un campione di oltre 600.000 PC, il 58% usa ancora Windows XP, mentre la percentuale di Windows 7 è del 31%. Le infezioni da rootkit per Windows 7 sono state individuate solo sul 12% dei PC.
I rootkit sono malware molto sofisticati in quanto nascondono la loro presenza agli utenti, al sistema operativo e ai software antivirus. Un hacker può quindi mantenere il controllo del PC per molto tempo e utilizzarlo all’interno di una botnet per inviare spam ad altri computer. La rimozione di un rootkit è abbastanza complicata perché richiede una scansione all’avvio o un disco di ripristino.
Secondo Avast, la percentuale di infezioni così elevata in Windows XP è dovuta a due motivi principali: la diffusione di copie pirata e la migliore sicurezza di Windows 7. Ondrej Vlcek, CTO di Avast, ritiene che molti utenti non hanno ancora installato il Service Pack 3 perché temono di essere scoperti da Microsoft.
Attualmente il sistema operativo più sicuro è la versione a 64 bit di Windows 7. I rootkit a 64 bit sono molto rari, ma in futuro il loro numero potrebbe aumentare, per cui gli utenti devono continuare ad utilizzare un antivirus aggiornato.