Era il 6 agosto del 1991. Verrà un giorno in cui quella data sarà ricordata al pari del 14 ottobre 1492, perché la nascita del Web ha avuto conseguente sconvolgenti per tutto il mondo al pari dello sbarco di Cristoforo Colombo in quella che credeva essere l’India. Venti anni fa iniziava quella che è stata senza ombra di dubbio una rivoluzione, anche se ormai la parola “rivoluzione” è troppo inflazionata e riduttiva per poter descrivere appieno il meccanismo innestato.
Formalmente il 6 agosto 1991 veniva messa online la prima pagina Web della storia. Una rivoluzione romantica, per certi versi: la madre di tutte le invenzioni, uno sconvolgimento onnicomprensivo che ha permeato ogni singolo aspetto dell’economia e della società. Quel giorno, venti anni or sono, iniziava una nuova era, della quale molti di coloro i quali leggono queste righe hanno sentito i primi vagiti a partire da pochi anni dopo: nel 1993 il Web diventava ad ogni effetto cosa pubblica, le prime pagine vedevano la luce e fin da subito era chiaro come per la prima volta tutti (nessuno escluso) avrebbero potuto ricoprire un ruolo nuovo, attivo. Il “WWW” diventa un nuovo modo di vivere e di pensare, di accedere alle informazioni e di comunicare.
Postmodernità, neomodernità o comunque la si voglia chiamare, questa è l’era del World Wide Web. Questa è l’era di quella struttura di documenti e di link che ha dato alla Rete una funzione, un’utilità e una dignità. L’ha fatta diventare un nuovo canale di massa che, poco alla volta, ha iniziato ad inghiottire tutto e tutti. Il processo non è ancora finito, anzi: ancor oggi sono molti gli utenti non connessi, sono molti i problemi di connettività, sono molte le difficoltà nello stabilire standard univoci che il mercato sappia rispettare con fedeltà. Nel frattempo ulteriori problemi si aggiungono a quelli strutturali: il diritto si trova confuso di fronte ad assunti del tutto nuovi e sconvolgenti; materie come copyright e privacy perdono le basi dei propri fondamentali e rischiano di diventare carta straccia nel semplice confronto con le nuove tecnologie; i social network hanno dimostrato una sovrastruttura nuova che si aggiunge ai rapporti personali su cui secoli di storia sono stati costruiti.
Il Web ha reso il mondo sempre più globale e sempre più piccolo. Ha dato un senso unitario ed internazionale al pianeta, tanto da mettere in discussione gli stessi confini tra diverse normative. La Rete collabora oggi a far cadere i regimi e, così come radio e tv hanno contribuito a determinare un certo tipo di geografia politica, il Web contribuirà a sbriciolare gli architravi del passato per costruirne di nuovi.
Oggi viviamo ai tempi di Google e dei social network, del mobile e dell’always-on. Ma le magnificenze di oggi vivono dell’eredità di quel 6 agosto 1991. Ed i grandi nomi del Web odierno vivono sulle spalle dei giganti. Del gigante. Di Tim Berners-Lee, il nuovo Cristoforo Colombo che ha rivoltato i destini della storia.