Gli ultrabook dovrebbero essere i prodotti con i quali Intel cercherà di contrastare le vendite dei tablet, ma la strada per il chipmaker californiano è ancora tutta in salita. I produttori e i partner continuano a chiedere sconti perché i componenti sono troppo costosi e i margini di guadagno troppo bassi.
Secondo Acer e Compal, l’unico modo per rispettare il “vincolo” dei 1.000 dollari è ridurre il costo dei processori. Il presidente di Acer ha addirittura minacciato di scegliere una CPU di fascia inferiore e componenti più scadenti se Intel non applicherà uno sconto maggiore sul prezzo delle CPU Sandy Bridge.
Il processore e il sistema operativo Windows sono quelli che incidono maggiormente sul costo finale, seguiti da SSD e pannelli LCD. Il presidente di Compal ha dichiarato che difficilmente verrà raggiunto l’obiettivo del 40% di market share. Anzi, se le vendite saranno inferiori alle attese, bisognerà trovare un’alternativa all’allenza Wintel.
Per quanto riguarda i margini di guadagno, gli ultrabook garantirebbero un profitto di soli 5-10 dollari, ovvero il 50% in meno di quello che si ottiene con i notebook tradizionali. Questo perché gli ultrabook richiedono telai unibody in lega di magnesio e alluminio che hanno un costo 5-7 volte maggiore dei telai in plastica, mentre le cerniere sono 3-5 volte più costose. I margini di guadagno dovrebbero aumentare con la crescita delle vendite nel 2012, ma la domanda in Europa e Stati Uniti è in calo, mentre il costo del lavoro in Cina è in crescita.
A tutto questo bisogna aggiungere anche l’accoglienza da parte dei consumatori. La maggior parte degli utenti non spenderà il 30% in più per acquistare un ultrabook, preferendo un normale notebook venduto a meno di 800 dollari.