La combriccola del Vasco incassa il colpo e rilancia: nonostante le prime ore della battaglia contro la Nonciclopedia si siano chiuse con una sostanziale autorete in termini di immagine, il Blasco intende proseguire la propria battaglia e rilancia pertanto il proprio credo tramite la propria fan page su Facebook.
«Cosa pensiamo della libertà di espressione e altro lo testimonia l’esistenza di questo profilo per tutto quello che contiene, con il libero contributo di chiunque. Abbiamo chiesto ad anonimi gestori di un sito (secondo noi con contenuto diffamatorio) di rendere non anonimi i gestori e gli inserzionisti. La richiesta è stata considerata non ricevibile, la risposta è che il sito non può essere considerato responsabile dei contenuti anonimi diffusi». Questo il punto della situazione visto dalla parte dell’accusa. Che prosegue: «Questo resta per noi un problema da chiarire, anonimi possono diffondere considerazioni del tipo: “V. Rossi è un vecchio bavoso tossicomane che vende cocaina davanti alle scuole e deve la sua fama alla credulità di milioni di rimbambiti fatti e strafatti quanto e più di lui…!“» (citando evidentemente un estratto della pagina sotto inchiesta).
In questo caso la firma non è della portavoce Tania Sachs come nel primo caso, ma i contenuti ricalcano la medesima linea: Vasco Rossi intende tutelarsi da quella che considera una diffamazione in piena regola, ben oltre la linea sottile entro cui dovrebbe limitarsi la satira. Ma soprattutto Vasco chiede lo scalpo dei colpevoli: l’anonimato viene indicato come la falla principale dell’agire della Nonciclopedia, poiché cela autori e responsabilità in favore di una maggior libertà d’azione (e della possibilità di uscire impunemente dagli schemi).
Se questo è lecito saremo ben contenti di pagare danni e quanto serve agli anonimi gestori e inserzionisti di Nonciclopedia, in caso contrario proseguiremo nella richiesta di conoscere l’identità dei gestori del sito e degli autori anonimi delle attività solo diffamatorie e per nulla comiche o “satiriche”.
Il contenuto di Nonciclopedia nelle parti segnalate da noi ai gestori non ha nulla a che fare con la satira. Esistono per fortuna una discreta quantità di parodie e altro su Vasco create e diffuse, state pur certi anche per il nostro divertimento, senza nessun contrasto in quanto arte sottoscritta da autori e interpreti con nome e cognome come la “vittima” della stessa.
.. meditate o meglio: fate quel che vi pare !!!
In una sola notte i commenti ricevuti sono stati oltre 1500 ed i toni sono spesso duri nei confronti del cantante di Zocca (e toni particolarmente accesi anche e soprattutto tra le immagini caricate dai fans sulla medesima fan page). La battaglia tra le parti proseguirà in tribunale, ma è evidente come ormai la partita più importante sia ora combattuta sulla pubblica piazza: nella giornata di ieri Vasco Rossi è stato protagonista di uno degli hashtag più in vista su Twitter (“#VascoMerda”) ed a questo punto, a frittata fatta, la partita va giocata sul limite tra satira e diffamazione, tra libertà di critica e libertà di difesa. Tra Facebook ed un tribunale.