Perché bisogna dirlo: il fatto che l’iPhone 5 non abbia fatto capolino in occasione dell’evento Apple è stata una piccola (piccola?) delusione. Apple ha abituato a stupire ed il normale compitino non basta più ad un’utenza abituata alla meraviglia, al rilancio continuo, al colpo a sorpresa che spiazza la concorrenza.
Nemmeno Steve Jobs avrebbe potuto cambiare le sorti dell’evento: l’iPhone 5 non c’è, ed è questa la realtà che ha dovuto affrontare il nuovo CEO Tim Cook. L’iPhone 4S, invece, c’è ed è un telefono di altissimo valore assoluto sotto ogni punto di vista. Ma gli manca qualcosa. Gli manca la magia. Gli manca la componente del sogno a occhi aperti che ha fin qui caratterizzato la lunga cavalcata dell’iPhone. Gli manca la capacità di lasciar senza fiato per scatenare l’immediata pulsione all’acquisto.
Ecco perché il keynote è iniziato con una sequela di numeri e grafici, con il giubilo per il passato e le speranze per il futuro: il presente era una volta tanto scarno, senza i fuochi d’artificio che da anni illuminano il cielo di Cupertino. Che fine ha fatto il design a goccia? Che fine ha fatto l’iPhone più leggero con schermo più ampio? Che fine ha fatto la maggior densità di pixel sullo schermo? Tutto fumo, tutto sfumato. Tutto rinviato.
Chi ha acquistato a suo tempo l’iPhone 4, lo ha fatto in preda all’istinto: era innegabilmente il migliore sulla piazza, era una nuova rivoluzione, era una tentazione irresistibile. Chi acquisterà l’iPhone 4S lo farà invece a seguito di un ragionamento, senza il vincolo della pulsione istintiva ed in seguito ad un semplice raffronto con la concorrenza. Una sfida non da poco per l’iPhone, insomma, che il telefono potrebbe però comunque vincere.
Perché l’iPhone 4S non stupisce, forse, ma rimane sempre e comunque un top-gamma in termini assoluti. Quando a fine anno ci si troverà innanzi alla scelta per il regalo natalizio, la sfida sarà probabilmente tra la curiosità dei nuovi Nokia Windows Phone, la qualità della serie Samsung Galaxy e le certezze rappresentate dallo smartphone con la mela. Non basta però agli occhi e nemmeno alla borsa: il titolo AAPL perde a fine seduta lo 0.56% in una giornata in cui l’intero listino cercava il rimbalzo dopo le batoste dei giorni precedenti, il che ben rappresenta la scrollata di spalle con cui la platea ha chiuso il keynote di Tim Cook.
Eccolo l’iPhone 4S: un iPhone 4 che cambia marcia, che si migliora sotto ogni punto di vista e che fa un passetto avanti per lasciare ancora una volta gli altri un passetto indietro. Ma non c’è stupore, non c’è meraviglia: per sognare bisogna librarsi in volo, in questo caso invece si parte dalle certezze dell’iPhone 4 per superarle appena. L’iPhone 5, del resto, cosa avrebbe potuto proporre? I mockup presentati nelle settimane antecedenti dipingevano realità impossibili a cui molti però avevano creduto, perché sognare è un’emozione e l’iPhone spesso ne ha rappresentata l’incarnazione sul mercato.
L’iPhone 4S non è l’iPhone 5, ma saprà comunque dire la sua. L’iPhone 5 arriverà l’anno venturo, anticipato da un lungo strascico di rumor, animato probabilmente dalla futura connettività LTE e pronto a far acquistare nuovamente uno smartphone a occhi chiusi. Perché è a occhi chiusi che si vede meglio un sogno.
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