Android è formalmente circondato. Da una parte c’è Microsoft, che con gli accordi stipulati con i maggiori produttori Android si trova ad incassare royalty per un sistema operativo prodotto dalla concorrenza; dall’altra c’è Apple, che in Australia mette in cassa una vittoria di enorme valore simbolico. In mezzo c’è il sistema operativo sviluppato da Google, ormai di fronte ad un ostacolo apparentemente insormontabile: i brevetti.
La sconfitta con Microsoft è una sconfitta che sta maturando poco alla volta, con un accerchiamento progressivo partito da HTC e terminato con Samsung. La sconfitta con Apple è invece di diversa natura, perché in questo caso è un giudice ad aver precauzionalmente imposto il blocco delle distribuzioni dei Galaxy Tab 10.1 in Australia in attesa di un verdetto. Ma la sospensione è già sufficiente: i Galaxy Tab non ostacoleranno la cavalcata dell’iPad e, nel frattempo, la questione legale rischia di diventare per Google difficilmente gestibile.
Come sottolineato dal blog Foss Patents, infatti, i brevetti che hanno fermato i Galaxy Tab in Australia potrebbero potenzialmente fermare qualsiasi dispositivo Android sul mercato locale. Quale altro produttore potrebbe ora rischiare di propria iniziativa immettendo nuovi prodotti Android ove un giudice si è già pronunciato in favore di una sospensione precauzionale delle distribuzioni? E quale futuro potrebbe avere il sistema operativo se l’ostacolo del mercato è anteposto da un ostacolo legale?
Il problema si fa ancor più evidente nel momento in cui la minaccia si fa internazionale. I due brevetti sotto accusa (2005246219 e 2009233675) hanno infatti peso specifico esplosivo, poiché impongono a Google l’identificazione di vie alternative attraverso le quali sviluppare il proprio percorso di mercato. Una via consensuale appare a questo punto difficile da trovare e, anzi, Samsung sta cercando in Francia ed Italia una vendetta con cui restituire al mittente medesima offesa.
Per Android sarà un inverno particolarmente caldo: il robottino verde, dominatore del mercato degli ultimi mesi, potrebbe trovare in tribunale l’ostacolo più grande alla propria rincorsa.