Svelato nel maggio scorso in occasione dell’evento I/O, Google Music rappresenta la novità sviluppata dall’azienda di Mountain View che consente agli utenti di disporre ovunque della propria libreria musicale. Nonostante l’accesso alla piattaforma sia ufficialmente abilitato solo a chi risiede negli Stati Uniti, in Rete si trovano alcuni tutorial che spiegano come richiedere e ottenere un invito anche dall’Italia, sfruttando un proxy a stelle e strisce. Di seguito, uno sguardo alla fase di configurazione e di utilizzo del servizio.
Il principio di funzionamento si basa sulle sempre più diffuse ed efficienti tecnologie cloud, così da permettere il salvataggio su server remoto dei file da riprodurre. In altre parole, Google Music carica online i brani presenti sul proprio disco fisso, oppure associati a software come Windows Media Player o iTunes, in modo da renderli poi raggiungibili da qualunque dispositivo connesso a Internet, smartphone e tablet compresi.
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Nella galleria allegata è possibile dare uno sguardo all’interfaccia utente, alle schermate di registrazione e all’utilizzo dell’applicazione Music Manager, messa a disposizione in modo gratuito da Google dopo aver completato la creazione dell’account. Da segnalare la possibilità di aggiungere fin da subito un vasto catalogo di brani presenti nella sezione Free Songs della piattaforma, suddivisi in generi musicali e accessibili senza alcun esborso economico.
Google Music si trova al momento ancora in fase beta e, per poterne usufruire, è necessario ricevere un invito direttamente da bigG come segnalato in apertura, oppure da altri utenti che stanno già utilizzando la piattaforma. Al termine della registrazione, ognuno avrà a disposizione 20 GB di spazio da riempire con la propria musica e altri otto inviti da distribuire liberamente, in modo del tutto simile alla formula adottata per il rodaggio di servizi come Gmail o il recente social network G+.
In definitiva, Google Music rappresenta un servizio dalle grandi potenzialità, sia per la comodità di poter disporre del proprio catalogo musicale ovunque ci si trovi, che per alcune delle funzionalità integrate. Tra queste, la possibilità di personalizzare le playlist con pochi e semplici click, oppure di creare una scaletta di brani da riprodurre in base alle proprie preferenze. Prevista anche la formula del cosiddetto “Mi piace” o “Non mi piace” già vista in altri servizi come Pandora, Groovector o Jango, per avere sempre a portata di mano le proprie canzoni preferite.