Facebook aumenta la massa cerebrale? Forse, ma potrebbe anche essere il contrario, ovvero che alcune aree siano segno di una propensione alle amicizie virtuali. Questo è ciò che si evince da un recente studio britannico, pubblicato dalla prestigiosa Proceedings of the Roayal Society Biological Sciences, nel quale si illustra un esperimento condotto su 165 persone, tra studenti molti attivi su Facebook e persone comuni.
Utilizzando la risonanza magnetica e incrociando le osservazioni con le risposte date dai volontari sulle loro amicizie vere e virtuali, si è trovata una correlazione tra l’uso del social network e una specifica area del cervello, l’amigdala, un centro di neuroni legato all’emotività le cui dimensioni erano state collegate alle amicizie nella vita reale. Altre tre aree, legate a memorizzazione e stimoli sociali, sono risultate più sviluppate solo nel caso di chi coltivava più che altro amicizie virtuali.
Gli scienziati hanno fatto bingo quando hanno scoperto come in realtà non ci fosse molta differenza tra amicizie reali e virtuali in un gruppo numeroso di queste persone, accomunate dallo sviluppo dell’amigdala, arrivando così alla conclusione che c’è almeno un’area della nostra materia grigia adatta a Facebook. Ma la vera domanda è se sia anche adattabile, cioè stabilire se Facebook è in grado di modificare il nostro cervello.
È infatti possibile che l’uso potenzi queste aree (ma la comunità scientifica è sempre stata molto restia ad avvalorare questa possibilità), tuttavia può darsi che si stia confondendo la causa con l’effetto, e che sia il particolare sviluppo di determinate aree a modificare il nostro rapporto coi social network.
Insomma, la questione se Internet sia in grado di modificare fisicamente il nostro cervello è per il momento ancora irrisolta, ma di certo ora sappiamo qualcosa di più: che ci sono persone “settate” biologicamente per avere più amici nelle reti sociali, senza distinzione fra virtuale e reale.