La prima volta è andata bene a Microsoft e male a Yahoo: il gruppo guidato ai tempi da Jerry Yang rifiutò la colossale offerta d’acquisto proveniente da Redmond e nei mesi successivi la borsa crollò tagliando in modo sostanziale il valore del gruppo di Sunnyvale. L’evento scatenò la tempesta perfetta che Yahoo pagò pesantemente: un susseguirsi di rivoluzioni, tagli per salvare il bilancio, fino alla cacciata di Carol Bartz ed al ritorno nelle postazioni di comando di Jarry Yang. Ora, pur in assenza di un CEO, la situazione sembra tornata quella già vissuta in passato, con Yahoo in difficoltà e Microsoft pronta a bussare.
Steve Ballmer non nega, ma al tempo stesso si dichiara estremamente fortunato per quanto successo in passato: la precedente proposta a Yahoo sarebbe stata un pericolo incredibile per la salute dei bilanci Microsoft e col senno del poi il rifiuto di Yang è stato salvifico. Oggi Microsoft è nuovamente tra le contendenti per l’acquisizione, ma Jerry Yang muove le proprie pedine negando di aver ormai focalizzato le strategie verso una necessaria cessione: Sunnyvale starebbe esplorando ogni opzione disponibile e tra queste è ovviamente compresa anche quella della monetizzazione del gruppo, sia intero che tramite uno spezzatino ancora tutto da disegnare.
Ma Microsoft non sarebbe l’unica pronta alla scalata: la Silver Lake Partners starebbe esplorando le proprie possibilità in questa direzione, AOL sarebbe in corsa, la Andreessen Horowitz avrebbe fatto sapere di voler partecipare all’asta e l’esito delle operazioni dipenderà comunque in buona parte da quel che si deciderà di fare con Alibaba e gli asset orientali di Yahoo. Ipotizzabile la creazione di una cordata di investimento, ma con una proposta che potrebbe non andare oltre la metà di quanto offerto a suo tempo da Steve Ballmer.
Yang da parte sua continua a ribadire semplicemente di voler esprimere al massimo il potenziale di Yahoo; continua a riferire di Microsoft come di un partner di grandissimo valore; continua a tenere calme le acque attorno al gruppo. Ma il destino appare segnato, e questa volta Jerry Yang potrebbe opporre meno resistenze che non in passato di fronte ad assegni irrinunciabili.