Continuano a fuoriuscire interessanti retroscena sugli ultimi mesi della vita di Steve Jobs, spentosi prematuramente agli inizi di questo mese per una rara forma di cancro al pancreas. Dopo aver scoperto che Jobs aveva rifiutato di operarsi inizialmente per rimuovere il tumore, adesso si viene a sapere che tra gli ultimi obiettivi del co-fondatore di Apple vi era la distruzione di Android.
«Voglio dedicare il mio ultimo respiro se fosse necessario, e spendere ogni centesimo dei 40 miliardi di dollari di Apple in banca, per sistemare questo torto», era il pensiero di Steve Jobs, come rivelato da Walter Isaacson, autore della biografia ufficiale che sarà pubblicata negli Stati Uniti la settimana prossima. «Distruggerò Android perché è un prodotto rubato. Sono disposto a fare una guerra termonucleare». Parole forti, concetti chiari.
Un pensiero che si riflette su quanto accade tra Apple e Google da oltre un anno. Le infinite battaglie legali tra le due società, che hanno spesso coinvolto il partner di produzione numero uno della grande G, la coreana Samsung, erano evidentemente il frutto di uno degli ultimi obiettivi di Jobs. Rivela il suo biografo ufficiale che l’allora CEO di Apple era particolarmente infuriato a causa di uno smartphone Android targato HTC rilasciato nel mese di gennaio del 2010. Due mesi dopo, Jobs e Schmidt (executive chairman di Google) si incontrarono a Palo Alto nel tentativo di giungere ad un accordo pacifico. Ma il padre della mela morsicata non voleva sentire ragioni.
«Non voglio i tuoi soldi, non accetterei neanche 5 miliardi di dollari. Ho un sacco di soldi. Voglio che smettiate di usare le nostre idee in Android, è questo tutto quello che voglio», rispose così Jobs ad una proposta economica fatta da Schmidt.
Echi di una battaglia che Apple e Google continueranno probabilmente a combattere a suon di denunce e brevetti ancora per diverso tempo. Una battaglia alla quale Jobs aveva partecipato in primissima linea.